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Filastine al Fosfeni festival

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Si avvia al finale la settima edizione di “Fosfeni – Percorsi nella nuova musiva elettronica” presentata da Musicus Concentus e La Città Del Teatro.
Per l’ultimo appuntamento è atteso Filastine, un compositore e performer particolarmente significativo nella dimensione del concerto; con un arsenale ricco di strumenti a percussione e attrezzature elettroniche.

Filastine originario degli Stati Uniti, di Seattle, è di base a Barcellona ma di rado lo si rintraccia in Spagna: potreste averlo visto all’opera su una chiatta che trasporta spazzatura lungo il Mississippi, in un minuscolo party di breakcore a Osaka o di fronte le 40mila persone al festival hip hop Boulevards di Casablanca. L’habitat naturale di Filastine è qualsiasi contesto musicale potenzialmente agitato, dove possa esplodere il suo groviglio di elettronica, percussioni acustiche ed anche un carrello della spesa del supermercato amplificato, il tutto collegato a ritmiche elettroniche e a proiezioni video sincronizzate.

La sua vita da cittadino del mondo è un viaggio di ricerca, che lo vede partire dagli Stati Uniti alla volta di Rio de Janeiro, dove studia e assorbe le tecniche della batucada, poi verso l’Africa, per conoscere a fondo la musica marocchina nel villaggio di Jajouka. Nel 1999 fonda l’Infernal Noise Brigade, una banda di 20 elementi provvisti di sound system in marcia di protesta al WTO di Seattle. Dopo l’acclamato debutto con “Burn It” (2006) sull’etichetta di DJ /rupture, il gradimento di dj del calibro di Mary Anne Hobbs e John Peel, e una serie di mixtape pirata e dischi 12” andati a ruba tra cu il progetto Sonar Calibrado su etichetta Tigerbeat6.

Filastine è attualmente artefice di una proposta che è difficilmente definibile vista la quantità di stimoli che animano il suo mondo sonoro.

Diviso tra elettronica e percussioni suonate in diretta Filastine ha elaborato un magma musicale che raccoglie ritmi e melodie, da influenze mediorientali a quelle tribali, incrociate a schegge breakbeat e hip hop in una narrazione serrata, che vede il continuo alternarsi di situazioni.

Al suo lavorio in studio di registrazione Filastine affianca la sua attività dal vivo, dove il divenire così caratteristico della sua proposta è rappresentato al meglio, con performance divenute memorabili come quella dello scorso anno al festival Sonar. L’ultimo disco di Filastine, che documenta la sua visionaria estetica, è “Dirty Bomb” pubblicato alla fine del 2009. Registrato tra il Brasile, L’Avana e Marrakesh, “Dirty Bomb” illustra l’esplosivo mondo sonoro di Filastine, che una rivista specializzata ha felicemente definito “ritmi e musiche globali contro la globalizzazione”.

Il gran capo

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Questo è il suo articolo n°3459

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