Fra Biancoshock e la comunicazione sui social
Fra Biancoshock è un artista che ha fatto della semplicità la sua forza. Le sue idee, il modo di muoversi all’interno della società e dell’ambiente artistico di cui fa parte viaggiano su un percorso coerente, confermando il suo valore di comunicatore sia in strada che in altri contesti. Un esempio di altri contesti è certamente il web o meglio, i social network, che rappresentano ormai non solo un mezzo di comunicazione ma un modo di concepire i rapporti umani e, non meno importante, uno strumento di lavoro.
Tempo fa l’artista aveva realizzato una piccola innocente performance su Twitter per la quale aveva simulato un “inseguimento” della Polizia di Stato al suo profilo, esilarante e come tutti i suoi progetti non immediato ma un concreto invito alla riflessione sulle dinamiche sociali e sulla coltre di controllo che incombe su di noi e di cui spesso siamo del tutto inconsapevoli.
Questa volta la sua attenzione si è invece rivolta a facebook, il media rivoluzionario che qualche anno fa si è prepotentemente imposto nelle nostre vite e che oggi Fra Biancoshock mette al centro dell’argomentazione, chiedendosi/ci se utilizzare la sponsorizzazione nel campo dell’arte sia o meno una pratica accettabile.
L’artista analizza la “sponsorizzazione”, un prodotto made in facebook, per il quale pagando si può ottenere una maggiore diffusione di un post o altro contenuto. Partendo dal presupposto che si può diffondere un contenuto di qualsiasi genere e che un contenuto può essere più o meno degno di nota di un altro, Fra Biancoshock ha messo a punto due diverse performance.
Adding the dots avoids automatic word scanning. Nella prima, l’artista ha forzato alcuni limiti imposti dal sistema automatico di sponsorizzazione – ovvero l’utilizzo di un testo che non superi il 20% dell’immagine, il divieto di usare parolacce e insulti, l’utilizzo di immagini sessuali, ecc. – inserendo cinque punti e qualche altro accorgimento è venuto fuori un post non solo in contrasto con il regolamento ma con tanto di ridicolizzazione dello stesso facebook. In pratica, per 5 euro Mark Zuckemberg e company sono stati pubblicamente umiliati sul loro stesso canale.
Nothing and something. Nella seconda performance, invece, l’obiettivo era quello di dimostrare che con 5 euro si può dare molta più rilevanza a un post che non comunica letteralmente “niente” che a uno che dice “qualcosa”. Alla fine dell’esperimento avete già capito cosa ne è venuto fuori.
Fra Biancoshock | sito – facebook