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Fuoricampo, storie di rom nell’Italia di oggi

La situazione dei Rom in Italia è un discorso cominciato la notte dei tempi e che probabilmente non si concluderà mai. Molti sono gli aspetti che caratterizzano questo atavico dialogo e molte sono le realtà che si occupano di fare chiarezza nel mare di opinioni, pregiudizi, provvedimenti, ecc. Una di queste è Fuori campo. Storie di rom nell’Italia di oggi, un documentario che racconta la storia di alcuni di quei 160.000 rom che non vivono nelle baraccopoli o in altre situazioni di disagio come edifici fatiscenti occupati e centri d’accoglienza. In effetti, pochi sapranno che la maggior parte dei rom vive nelle case e che così come il resto della popolazione italiana vive una vita normale fatta della propria quotidianità e dei problemi che riguardano chiunque.

Fuoricampo - ziguline

Il documentario vuole sottolineare proprio questo aspetto e lo fa seguendo la vita di alcuni uomini e donne che si trovano ad affrontare situazioni come la casa, il lavoro, la crisi, i rapporti familiari e altre situazioni comuni.
L’obiettivo del film, frutto del lavoro collettivo di diverse realtà tra cui Figli del Bronx e le associazioni OsservAzione e Compare/Mammut, è quello di dare un nuovo punto di vista su questo tema e sensibilizzare chi ha ancora pregiudizi nei confronti della comunità rom e se possibile spronare anche gli stessi membri di questa comunità a credere nelle proprie potenzialità.
Il regista Sergio Panariello ha un background legato al documentario, infatti, ha realizzato diversi cortometraggi ed è stato aiuto regista in diverse produzioni cinematografiche su temi legati alla società o alla città di Napoli.

Fuoricampo - ziguline

Il gruppo che ha dato vita al progetto è composto da documentaristi, attivisti rom e non rom, giuristi e antropologi e ognuno di loro ha contribuito a raccontare un aspetto dei rom che in genere i giornali non affrontano e di cui la politica non si occupa.

Fuoricampo - ziguline

I protagonisti del film sono Sead Dobreva, Kjanija Asan, Leonardo Landi, Luigi Bevilacqua e vivono tra Cosenza, Bolzano, Firenze e Rovigo ed è in queste città che il regista è andato per incontrarli e conoscere le loro storie, dando spazio alla loro “normalità”, al ruolo che rivestono all’interno della nostra società. Un altro aspetto che il documentario cerca di sfatare è “l’ingannevole rappresentazione mediatica dei rom fondata sul comune pregiudizio che li vuole popolo votato al nomadismo, all’illegalità e all’asocialità” cercando di dimostrare “l’infondatezza delle politiche nazionali e locali che in Italia da più di vent’anni pensano queste popolazioni solo come un problema di ordine pubblico e all’integrazione come un processo che passa per la continua delega al terzo settore investito di un ruolo di mediazione con la società di accoglienza” (cit. Caterina Miele).

Il documentario è stato presentato per la prima volta a Napoli il 6 marzo per la rassegna AstraDoc ma sul sito di OsservAzione trovate un calendario delle prossime presentazioni.

Maria Caro

scritto da

Questo è il suo articolo n°444

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