Gente che si appende. Una giornata di body suspension
“La prima volta mi sono sospeso in figura suicide… certo co’ sto nome ci credo che poi Lucignolo fa i servizi tipo: I riti dei satanisti” mi racconta Gabriele mentre mangia una tartina ai funghi porcini. Sono da Max Art a Testaccio, qui si fanno piercing, tatuaggi, scarificazione, impianti, innesti e oggi ci sono anche le tartine.
La body suspension non è certo una pratica per molti e il pubblico sembra appartenere interamente al mondo dei piercing e tatuaggi, ma per due giorni il negozio è rimasto aperto agli appassionati e ai curiosi in occasione di uno dei pochi eventi di sospensione corporale cui poter assistere a Roma. Una festa appunto. Ci sono le birre, c’è la musica, ci sono le tartine e tanta gente che si diverte.
Ognuno trova nella body suspension i propri personalissimi motivi, quello che mi interessa è capire come scatta la molla. “Alla fine – mi spiega sempre Gabriele – è come andare al mare: c’è chi testa l’acqua con il piede, chi si immerge fino al ginocchio e chi si tuffa di testa contro le onde. Qui abbiamo tutti già sentito com’è l’acqua”. Nel frattempo una ragazza con ganci su petto, pancia, gambe e fronte si solleva dal lettino. Ha la pelle tesa e un gran sorriso in viso. Applauso collettivo.
Massimiliano aspetta il proprio turno insieme alla sua ragazza. Mi raccontano che la prima volta si sono sospesi in tandem, lei letteralmente agganciata al lui. Sembra rilassato e molto innamorato. Dice che il dolore dura poco ed è facilmente gestibile, il giusto prezzo per la sensazione di liberazione che si prova durante la levitazione. Io sono evidentemente un outsider eppure resto stupito di come tutti si dimostrino aperti e disponibili a parlare con me, un perfetto sconosciuto venuto a curiosare.
“La body art e la body modification vengono viste come un mondo estremo di esaltati masochisti, in realtà ha moltissime cose in comune con le pratiche più socialmente accettate del body building o della chirurgia estetica” continua Gabriele “il punto centrale sta nella percezione del proprio corpo e nell’assoluta coscienza di esso”. Lo staff di Flyning Freaks studia la pelle del volontario, la palpa, ne testa l’elasticità, studia la lunghezza dei tiranti e fa dei segni con l’inchiostro. Poi prendono il lembo e lo bucano facendo passare un’asticella di metallo cui vengono applicati i ganci. Poco sangue, qualche smorfia.
Il corpo viene issato in posizione superman. Applauso. Sul volto di Massimiliano compare un’espressione divertita, sembra contento, c’è un bacio. Quello che colpisce è la grande positività che pervade l’evento. Uno si aspetta uno spettacolo disturbante e un po’ gore e invece si ritrova a chiaccherare e bere con simpatici ragazzi tatuati.
Per approfondire l’argomento mi consigliano – e vi rigiro il consiglio – di guardare due documentari: Modify e Flesh & Blood.Quelli di Max Art mi dicono che con la bella stagione hanno intenzione di organizzare eventi all’aperto immersi nel verde. Saluto tutti e prometto di tornare, al momento solo per la buona compagnia.
Max Art – via Vanvitelli 25 Roma (Testaccio)
Flyning Freaks Suspension Team
Le foto nella gallery qui sotto sono di Silvia Beranzoli: