Giù le mani dal Porticciolo!
Ieri ho avuto il privilegio di poter assistere alla proiezione a Barcellona del documentario Giù le mani dal Porticciolo! che racconta la lotta dei vicini del quartiere di Pastena a Salerno per la salvaguardia del proprio rione da un maxi progetto per la costruzione di un’immensa area portuale che riguarda 700 metri di costa per un investimento di circa 105 milioni di euro.
La proiezione di ieri, faceva parte di un tournée in Spagna di sensibilizzazione sulla vicenda del “Porticciolo” da parte dell’ideatore e fautore del documentario, Daniele Bagnoli, una serie d’incontri per far conoscere la storia e sensibilizzare sul delicato caso, dato che c’è di mezzo anche un provvedimento giudiziario, con otto denunce per diffamazione.
Il documentario, che ha una durata di 10 minuti che come dice Daniele sono però : ”molto densi”, è stato finalizzato nel 2015. Il progetto mastodontico, che riguarda un’area salvaguardata da vincoli paesaggistici dal 1957, si trova attualmente bloccato (per mancanza di risorse economiche e pressione dell’opinione pubblica) anche se non ufficialmente cancellato.
Pastena è un quartiere della periferia orientale di Salerno di circa 30.000 abitanti, densamente popolato e dalle foto mostrateci, sembra un tranquillo paesino di mare con una bellissima vista.
Il progetto mastodontico, che riguarda un’area salvaguardata da vincoli paesaggistici dal 1957, si trova attualmente bloccato (per mancanza di risorse economiche e pressione dell’opinione pubblica) anche se non ufficialmente cancellato. Venuto allo scoperto nel settembre 2012, rientra nel liet motiv della politica urbanistica della città, destinare ad uso privato la zona costiera e fare di Salerno un luogo sempre più attraente che pensa più al turista e che volta le spalle all’autoctono. C’è da dire che Salerno consta attualmente di cinque porti: uno commerciale e quattro turistici e tutti i lidi, escludendo le cinque spiaggette libere di Pastena, sono dedicati ad uso privato.
Veniamo al dunque: immediatamente dopo la notizia della messa in marcia del progetto (nella pianificazione del quale la partecipazione dei vicini è stata nulla), è scattata la mobilitazione del vicinato attraverso la costruzione del comitato informale “Giù le mani da Porticciolo”, che è poi il fulcro del documentario, mediante il quale la maggior parte dei cittadini è venuta a conoscenza della portata reale del progetto e ha preso coscienza del pericolo dello stravolgimento materiale e immateriale che ciò comporterebbe.
La mobilitazione, autogestita e autofinanziata dai propri vicini, ha spaziato dalla più “classica” raccolta di firme e preparazione di un ricorso, all’organizzazione di tutta una serie di attività che è riuscita a coinvolgere tutte le fasce d’età degli abitanti del quartiere, dai più piccini fino ai più grandi: giochi, attività sportive, concerti, spettacoli teatrali, mercatini, murales di gruppo che come dice Daniele, il narratore del documentario “sono serviti a sensibilizzare la popolazione e recuperare il legame tra il luogo e la sua gente”, fino a delle “incursioni” durante incontri su politiche urbanistiche in sedi istituzionali.
Il comitato, che ha inoltre ricevuto l’appoggio dei No Tav, No Muos, Il Bilancione, è riuscito a portare il cittadino ad una riappropriazione virtuosa e attiva dello spazio nel quale vive, con azioni di riqualificazione e miglioramento dell’area senza la necessità “di ruspe e di capitali:”.
Fatto sta, che il progetto è momentaneamente bloccato e la tenacia dei vicini nella lotta alla salvaguardia della magia e dell’essenza del proprio quartiere è stata fondamentale.
Possiamo pensare a Giù le mani da Porticciolo come ad un caso emblematico di come si possa lottare per la salvaguardia e la tutela di quegli spazi fisici intrisi di simbolicità e d’importanza vitale per le persone che vi ci abitano, e della difesa dello spazio pubblico come luogo fisico per la riproduzione di relazioni sociali, di aggregazione, di socialità, di vicinato e di appoggio mutuo. Cose di un valore inestimabile.
Vi invitiamo a visionare il documentario, e auguriamo un grosso in bocca al lupo a Daniele&company affinché tutto il procedimento giudiziario abbia un lieto fine.
Per chi volesse aggiornamenti sulla situazione:
www.facebook.com/giulemanidalporticciolo