Goldfrapp | Tales Of Us
Io Goldfrapp l’ho conosciuta perché mi faceva canticchiare “Ooh La La”, ma non è che me ne importasse molto. Canzoncine elettroniche pop, roba patinata da Mtv. Poi ho scoperto “Felt Mountain”, il primo disco che ha il sapore di un film noir, o di una vecchia pellicola in bianco e nero.
E ho capito che la signorina Alison Goldfrapp è una cantante eclettica, che riesce a sfornarti la hit super pop e fare un disco intimistico, come “Tales of us”. Se fosse un ultimo album sarebbe un ideale chiusura di un percorso a cerchio: dalla nascita alla crescita, tra i successi di “Black Cherry” e dischi passati in sordina come “Seventh Tree”, si conclude con un inno alle campagne e alle colline inglesi, in una melanconica poesia di non ritorno.
Non biasimatela per questa scelta apparentemente pericolosa e fuori da ogni schema: è un disco bellissimo, con una partenza lenta e sussurrata e un finale in crescendo con tocchi più spinti verso l’elettronica, come “Thea”. In un mondo in cui tutti si sentono in dovere di farti ballare, lei si stacca dalla massa e fa quello che le riesce meglio: far sentire la sua voce. Ed è una voce bellissima.
Per saperne di più:
Goldfrapp | sito – facebook
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Noi ascolteremo ogni beat, sentiremo ogni singola nota
e magari ci facciamo scappare un Beans.