Gondole, tag e polemiche. La street art torna alla 56. Biennale di Venezia
La Biennale di Venezia è il posto giusto se volete informarvi su quello che accade nel mondo dell’arte, fare un’esperienza multisensoriale e multidisciplinare e sentirvi immersi, eppure estranei, al sistema dell’arte contemporanea. Ogni padiglione ha scelto ciò che ritiene più rappresentativo della produzione artistica nazionale, gli artisti selezionati esporranno l’opera migliore e il curatore farà valere le sue ragioni. È l’esposizione del meglio che c’è, qui e ora. Quest’anno, oltre ai vari – e soliti – Mimmo Paladino e Jannis Kounellis del Padiglione Italia, oltre al Padiglione Vaticano che fa tutt’uno di etica ed estetica, a Giuseppe Stampone che ci saluta dal Padiglione cubano, alle varie new entry come George Camille per il Padiglione delle Seychelles così sereno ed esotico, non poteva mancare anche la discussa presenza della street art.
La 55. Biennale ebbe il suo lato urban con “Back 2 Back to Biennale”, a cura di KayOne, Francesco Elisei e Fabio Anselmi, con 26 performance di altrettanti street artist a Campo Sant’Agnese e una mostra collettiva di Rusty, Dado, Flycat, Yama, Made 514, Etnik, Sly, Omar Canzi, Kilmany Jo Liversage, Agostino Iacurci, Sigis Vinylism, Andrea Cardia, Marco Tarascio, Alberto Felli, Rocco Cerchiara, Carmela Tedeschi e Cà Bonvicini.
Quest’anno Eron, Futura, Mode2, SKKI ©, Boris Tellegen, Doze Green, Jayone, Todd James, Teach, Zero-T realizzeranno un’opera collettiva e opere site-specific per la mostra collaterale “The Bridges of Graffiti”. Una parte di documentazione spetterà alle spettacolari fotografie di Marta Kooper e Henry Chalfant, con la loro mappatura urbana di spazi, persone ed espressioni undrerground. I curatori si richiamano alle riflessioni di Francesca Alinovi che, nel 1984, con la collettiva “Arte di Frontiera. New York Graffiti”, portava una ventata newyorkese nel giro italiano della street art.
Gli street artist stanno vendendo l’anima al sistema dell’arte? Chi sa! Ma le loro opere sono sotto gli occhi di tutti e nascono per essere viste e fruite dai pubblici più diversi. Forse la domanda da porsi è perché la street art non debba occupare un proprio posto alla Biennale, come proposta rappresentativa delle ricerche più attive e pervasive su scala globale. Non è solo “arte contro”, in opposizione all’ideologia dominante e, pertanto, soggetta, più di altre, alla voracità del sistema che, quando si sente minacciato, fagocita e ingloba. Sa anche stare alle regole del gioco e, spesso, gioca sporco, parodiando e mettendo a dura prova la logica del sistema: è dentro e fuori i musei, fa numeri impressionanti di visitatori alle mostre, propone alternative espositive valide e capillari. Riesce dove molti artisti falliscono, proponendo sguardi diversi anche in contesti istituzionali, disorientando e imponendo le sue metodologie non convenzionali, i suoi stilemi spontanei uniti a un livello qualitativo ormai altissimo.
Info:
Dal 9 Maggio al 22 Novembre 2015
Arterminal c/o Terminal S. Basilio Fondamenta Zattere Al Ponte Lungo, Venezia
Organizzato da Associazione Inossidabile