Halloween in Harlem – Amy Stein
Amy Stein è una fotografa americana, cresciuta a Washington, diventata famosa per aver vinto il Saatchi Gallery/Guardian Prize per la sua serie Domesticated di cui è stato realizzato anche un libro, vincitore del primo premio al New York Photo Festival. Nel 2003 Amy si trasferisce con suo marito ad Harlem in un appartamento sulla 112esima strada, il giorno di Halloween, Amy è stupita dal fatto che i ragazzini non usino andare di porta in porta a chiedere dolcetti come in tutte le cittadine americane ma vadano in giro per la 2nd Avenue a raccogliere caramelle nei negozi di liquori, dai parrucchieri e nelle mercerie cinesi.
Amy comincia a scattare delle adorabili fotografie ai bambini che incontra durante la sua passeggiata ad Harlem. I bambini appaiono nelle foto come piccoli abitanti curiosi di un paese fatto di principessine cinesi un po’ scomposte, yeti annoiati e supereroi alti quanto i paletti dell’acqua. Amy in questo lavoro si è ispirata al mito della fotografia di strada Helen Levitt, artista che dagli anni trenta ad oggi ha documentato e fotografato New York come mai nessuno, la stessa fotografa che fece diventare simbolo di NY i Chalk drawings, i disegni coi gessetti colorati tipici della cultura di strada newyorkese del tempo, il cui lavoro culminò in un’uscita editoriale soltanto nel 1987 con “In The Street: chalk drawings and messages, New York City 1938-1948“, una raccolta che ebbe straordinario successo e che è oggi considerata tra i più importanti libri fotografici di sempre.
Ora, non so nel vostro quartiere come funzioni, ma nel mio sono un paio d’ anni che i bambini si sono serviti del trick or treat per ovviare alla mancanza gravosa di cibo spazzatura, che evidentemente in tempi di crisi, viene a mancare. Puntualmente tutti i vicini se ne dimenticano e quando i bambini sono arrivati da me, erano piuttosto stufi di ricevere pacchetti di crackers e barrette integrali ai mirtilli. Io ho dato loro delle palline di Mozart che avevo da 6 mesi. Mi hanno detto “bhè più o meno è cioccolata”. Halloween è un giorno che mi innesca una terribile voglia di ricordare film e racconti dei tempi andati; per esempio non posso non pensare alla sequenza di E.T, dove si approfitta del giro di trick or treat per far arrivare E.T nella foresta, durante il quale E.T scambia un bambino travestito da Jedi di Star Wars, per un proprio simile.
Meno tenero e spaventosamente impresso nei miei ricordi è il maledetto ragazzino pazzo di Halloween, la notte delle streghe di John Carpenter, il folle e spietato Micheal Myers che scappa la notte di Halloween dall’ospedale psichiatrico sulle note di una filastrocca che tutt’ora mi fa accapponare la pelle: “Black cats and goblins and broomsticks and ghosts, Covens of witches with all of their hopes, You may think they scare me. You’re probably right, Black cats and goblins on Halloween night, (Trick or treat!)“.
Ma se poi penso alle infinite serie di “La paura fa novanta” dedicate al tema dagli autori dei Simpson, non posso non ridere di tutte quelle citazioni e supercitazioni che si sono succedute nel tempo su Frankestaein, Edgar Allan Poe, Shining, Ai confini della realtà, Twin Peaks e tantissimi altri. E mai dimenticherò la mitica puntata del tostapane che fa cambiare dimensione ad Homer con la pioggia di ciambelle. OK adesso basta. Che volete ve l’avevo detto che Halloween mi porta nostalgia. Brava Amy.
PEr chi volesse saperne di più: amysteinphoto.com