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Il Flussi festival è fico

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Ad Avellino da qualche anno vive e sopravvive un’oasi felice: Flussi, il festival dedicato alle sperimentazioni dell’arte mediale (musica elettronica più o meno sperimentale, istallazioni, video mapping, vjing e altre belle cosette interessanti).

L’edizione di quest’anno (per me la quarta da spettatore) aveva come titolo Displaycement e come impegnativo concept l’intenzione di “porsi in una prospettiva obliqua, fuori dal quadro rispetto alle narrazioni dominanti sulla cultura e le arti elettroniche digitali” (il regime mediale, l’indebolimento della retorica, la socialità delle reti) e contemporaneamente “spingere verso il dischiudersi di un’attitudine ludica, che nel piacere e nella distrazione estetica non veda una minaccia o il luogo dell’assenza di pensiero ma una messa in campo di forze propulsive capace di esprimere una controforza capace di pensare/creare/vivere il nuovo attraverso l’immaginazione, la consapevolezza, il gioco, il volo libero” (occhio: Flussi non è mai banale).

Quello che salta subito all’occhio a Flussi è l’ottima organizzazione di tutto il festival: 3 gli stage adibiti per le varie performance; la terrazza del teatro Gesualdo (dove si sono tenuti i live musicali), l’interno del teatro (per le esibizioni dei Raime e Ryoichi Kurokawa; da brividi il live del giappo) e la Casina del Principe (l’ESP stage, sede delle performance musicali più sperimentali). In più nei dintorni del teatro e dell’ESP stage erano in programma anche numerosi talks e workshop oltre alla presenza di varie istallazioni tipo questa e questa.

La line-up dei 5 giorni è stata (come nelle passate edizioni) di livello, e nonostante la presenza di pochi grossi calibri il colpo d’occhio generale è di estrema qualità (tra i miei preferiti, tutti insieme ammucchiati, A Guy Called Gerald, Kurokawa, Von Tesla, Shapednoise, Raime, Stellar OM Source, Lies e Moise).

Considerazioni finali vanno al fatto che Flussi è l’ennesimo festival culturale di qualità che si regge praticamente solo con le sue forze e l’aiuto di volontari: scarso il sostegno delle istituzioni pubbliche che dovrebbero/potrebbero probabilmente prestare più attenzione ad eventi del genere che attraggono anche un buon flusso turistico, non solo italiano (ma questo forse è già un discorso vecchio).
I ringraziamenti invece vanno ai ragazzi dello staff di Flussi, a Danilo Quintarelli per tutte le foto di questo articolo, ad Avellino per la pizza.

 

 

 

[tutte le foto di Danilo Quintarelli]

 

Flussi festival | sitofacebook 

 

 

Luca Marinucci

scritto da

Questo è il suo articolo n°126

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