Impressioni a caldo sul metodo Abramovic
La settimana scorsa sono stata a Milano per qualche giorno e ne ho approfittato per prendere parte alla performance di Marina Abramovic intitolata “The Abramovic Method“. All’uscita del PAC, il palazzo espositivo dove si è svolto il tutto, ho fermato alcuni dei performer per farmi raccontare com’è andata come si è svolta la performance, ecco cosa mi hanno raccontato.
Giovanni (studente di interior design): Nella prima mezz’ora ci ha spiegato cosa avremmo fatto, ci ha fatto fare esercizi di rilassamento e respirazione, poi ci ha fatto indossare delle cuffie che isolavano dai rumori esteri in modo da farci sentire solo il battito del metronomo. La performance si svolgeva in tre posizioni, da sdraiati, da seduti ed in piedi, ognuna per la durata di 30 minuti.
Ziguline: e nel frattempo a cosa avete pensato?
Giovanni: da sdraiato mi sono subito addormentato, nelle altre due posizioni pensavo che avevo mal di schiena e speravo finisse presto.
Ziguline: che effetto vi ha fatto sapere di avere un pubblico che vi osserva?
Giorgina, studentessa di interior design: All’inizio la sensazione di essere filmata e fotografata è stata un pò strana, ma poi credo di essermi addormentata anch’io.
Ziguline: che effetto vi ha fatto parlare con Marina?
Giovanni: è una persona che ha un forte impatto comunicativo
Giorgina: in realtà l’abbiamo solo ascoltata perché il tempo di farle delle vere e proprie domande non c’è stato.
Ziguline: La performance che preferite?
Giorgina: quella sulla muraglia cinese.
Giovanni: l’incisione della stella sulla pancia.
Ziguline: Il metodo Abramovic è stato utile?
Alessandra, insegnate: Nel mio caso direi proprio di si. E’ stata un’esperienza purificante, quasi liberatoria.
Ziguline: A cosa ha pensato durante la performance?
Alessandra: Semplicemente alla percezione di me.
Ziguline: Prima impressione a caldo?
Delfina, commessa in una libreria: un’ esperienza molto vicina alla meditazione, molto bella. Le parole di Marina che mi sono rimaste più’ impresse sono state “non abbiate paura di sbagliare” e “sentitevi partecipi di un’opera d’arte”.
Ziguline: e lei com’è?
Delfina: E’ proprio come me l’ aspettavo, una persona molto intensa.
Ziguline: a cosa hai pensato durante la performance?
Delfina: solo a quello che sentivo nelle cuffie, il battito del mio cuore.
Ziguline: Cosa pensi della sua scelta di proporre The Abramovic metod proprio qui a Milano?
Delfina: Lei ha senz’altro un bel rapporto con l’Italia, ha fatto molte performance nel nostro paese e credo che questa iniziativa sia un grande regalo che fà a noi Italiani.
Ziguline: impressioni?
Serena, studentessa di storia dell’arte: assolutamente sconvolgente, in senso positivo.
Stefano, studente di storia dell’arte: rigenerante, mi è sembrato di ritrovare e perdere la percezione del mio corpo insieme ed ora che sono uscito sento la mia mente sgombra da pretese e aspettative. Mi sento anche più’ aperto alle percezioni esterne.
Serena: si, è come vedere e sentire in hd.
Ziguline: l‘effetto sul pubblico-tester sarebbe stato diverso se avesse scelto un’altra città per proporre il metodo?
Stefano: credo che sarebbe stato identico, probabilmente ha ritenuto la scena artistica di Milano la più’ adatta a questo tipo di esperienza.