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In riva alla Sprea con Moki Mioke

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Moki, la Sprea ed io. Una chiacchierata seduti sull’erba con un’illustratrice dalla voce sottile e le mani fatate. Mi presento all’appuntamento con il suo ultimo libro da farmi autografare e le propongo di sederci in un caffè. Ma lei ha un’idea migliore, il tramonto sulle rive della Sprea.

Moki Mioke

Perché Moki?

 

E’ un soprannome, il mio primo grande amore mi chiamava Yoki, la mia amica Mika ha cambiato la j in m e i miei amici hanno continuato a chiamarmi Moki.

 

Fai parte di un gruppo di artisti chiamato bee to bee, me ne parli un po’?

 

Il nome è riferito alle api ed è stato creato per tenere collegati un gruppo di amici da Hong Kong ad Amburgo. Quando la mia amica Birgit studiava in Norvegia ha stretto amicizia con delle ragazze di Hong Kong, così abbiamo deciso di creare una piattaforma sul web per mantenerci in contatto e scambiare i nostri interessi. Insieme abbiamo organizzato mostre in Norvegia, Hong Kong, Berlino e abbiamo preso parte a una mostra itinerante che in tre anni ha toccato tante capitali europee. Lavorare in un gruppo è una bella esperienza. Ogni membro è focalizzato su fotografia, disegno o cinema ma quando esponiamo insieme, cerchiamo di fare in modo che le nostre individualità non siano più distinguibili, cerchiamo di mischiarle. Il più delle volte semplicemente trascorriamo tempo insieme e ci divertiamo, apparteniamo a paesi e culture diverse ed è bello vedere quanto possano unirsi bene tra loro.

 

Parliamo un po’ delle tue ispirazioni, nei tuoi lavori c’è molto surrealismo, tradizione giapponese e una forte presenza della natura…

 

La natura ha sempre una grande influenza sul mio lavoro, poi mi piacciono molto gli antichi intagli in legno giapponesi e cinesi. Tra le mie ispirazioni c’è anche il lavoro degli altri membri del gruppo, come le creazioni di Naho Kawabe. Mi piacciono i film di Hayao Miyasaki e colleziono immagini prese un po’ ovunque, scattate, tagliate dai giornali o trovate su internet, ho una vera e propria collezione nella mia testa perciò è difficile dire esattamente cosa provenga da cosa.

Moki Mioke

Ascolti musica mentre dipingi?

 

Sì, per dipingere ho bisogno di tanto tempo, uso gli occhi e le mani ma il mio cervello spesso si annoia perciò ascolto anche molta radio, podcast di scienze e audiolibri.

 

Ogni opera di Moki sembra raccontare una storia, quali sono i tuoi scrittori preferiti?

 

Mi piacciono i filosofi, come Byung-Chul Han, ed anche i libri di scienze di Joachim Bauer.

 

Da piccoli pensiamo tutti a cosa faremo da grandi, e tu quando hai deciso di fare la pittrice?

 

In realtà quando ero al kindergarten la scelta era tra cantante lirica e pittrice. Un giorno torno a casa e ne parlo a mia mamma che mi risponde “se vuoi fare la cantante lirica devi fare tanta pratica e avere una bella voce” così le ho mostrato le mie capacità vocali ma non era così entusiasta perciò mi sono detta “ok, forse farò la pittrice”.

 

Mi dici qualcosa che davvero non ti piace del tuo lavoro?

 

Mmm…è difficile. Forse prima di avere la mia bimba lavoravo troppo, ma soltanto perché mi piaceva troppo farlo. Non ho lavorato per sei mesi e ora sono davvero felice di ricominciare, è dura trovarci qualcosa di brutto, è stato strano per me fare una pausa così lunga.

Moki Mioke

Le tue tecniche preferite?

 

Ho un nuovo pennello, è di una marca giapponese ed ha l’inchiostro già all’interno, l’ho usato per disegnare il mio ultimo fumetto. Naho me ne ha portati 10 dal Giappone perché è impossibile trovarli qui a Berlino. Per dipingere in genere uso gli acrilici e costruisco le tele da sola, poi mi piace molto disegnare direttamente su legno.

 

C’è un artista con cui ti piacerebbe collaborare?

 

Forse più che collaborare mi piacerebbe vedere una mostra di Inka Essenhigh, i suoi dipinti sono molto interessanti.

 

Per saperne di più:
http://www.mioke.de/
http://www.frombeetobee.net/

la Germanz

scritto da

Questo è il suo articolo n°102

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