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Intervista a Gio Pistone

Vabbè, ve lo promettiamo, con questa intervista chiudiamo i nostri racconti del Cheap festival con cui vi abbiamo rotto le scatole abbastanza. Lo sappiamo. Ma abbiate fiducia perché tra non molto torneremo a tormentarvi (si fa per dire) con un altro super festival a cui parteciperemo, il Crack! ovviamente.

 

 

Manca ancora un mese circa all’evento ma qualcosa è venuto già fuori con una delle artiste che abbiamo intervistato durante il Cheap, una di quelle che ha sempre lo zaino pronto per partire con dentro tanti bei mostriciattoli teneri e colorati. Gio Pistone, in una veste del tutto inconsueta, ci ha parlato a proposito di festival, di memoria storica e street art ovviamente. Buona lettura!

 

 

Gio puoi raccontarci come è nata questa mostra per il Cheap?

 

Mi hanno chiesto di partecipare al Cheap con una mostra e l’ho fatta esattamente per questo posto che la ospita, lo Spazio Barnum ed essendo un festival dedicato ai poster allora ho pensato a questi disegni. Io in realtà già facevo poster quando ero Serpeinseno ma da sola non mi ero mai applicata a questo tipo di comunicazione. Così con questo mio amico Tommaso Guerra che fa caratteri tipografici, li fa per terra, nei locali, abbiamo pensato di fare una cosa diversa che non fosse solo il semplice disegno ma qualcosa da comunicare in modo diverso. Quindi abbiamo pensato a tutte le parole con cui vieni bombardato con la pubblicità da volantino, quella sul secchione dell’immondizia che ti capita di leggere camminando e le abbiamo decontestualizzate e ricreato un disegno che ha a che fare con la parola ma non ha più il suo significato reale. Illustrazione su un vocabolo. Reclame appunto, come il titolo della mostra.

 

 

Parliamo ancora del Cheap, quale è stata la tua esperienza e il coinvolgimento con gli altri artisti?

 

Beh conosco già quasi tutti organizzatori e ospiti da sempre, con molti di loro ho avuto altre esperienze, tanti li ho conosciuti al Crack!, poi sono amica di MP5. Non ho incontrato BR1 purtroppo. Nello spazio che ha ospitato la mia mostra mi sono trovata molto bene, loro sono stati molto carini, organizzano sempre delle cose molto interessanti.

 

Quali opere del Cheap ti hanno impressionato?

 

Quello di MP5 mi è piaciuto molto, soprattutto perché in quella strada desolante con macchine che sfrecciano tra lo smog e le vernici incrostate ti trovi di fronte a quest’acqua che ti trapassa. E poi ovviamente il lavoro di Sten&Lex.

 

 

Cheap e Pop Up! due festival in cui hai messo in luce la tua creatività anche se in modo diverso. Poster da una parte e street art  dall’altra. Quale è l’esperienza con il pubblico che ti vede al lavoro?

 

Io passerei le ore a chiacchierare con la gente, anche se alcune volte magari impediscono il lavoro perché si fermano a chiacchierare un po’ troppo. Penso che fare una cosa su un muro vuol dire contestualizzarla al luogo e al momento in cui tutti si fermano a chiedere e a raccontare la vita della strada.
Per esempio ho fatto un lavoro al Quadraro, via dei Lentuli per M.U.Ro., su un muro di mattoncini rossi e li si sono fermati i vecchietti a raccontarmi che prprio in quel posto ci si nascondevano durante i bombardamenti, si passavano le armi o ci andavano a fare l’amore. Proprio per questo ho inserito una scritta nel lavoro intorno all’arco che rappresenta tutte queste cose: ai pensieri liberi, alle paure, agli amori volanti nel passaggio tra due tempi.
Il festival Pop up! è stato indimenticabile, un’esperienza bellissima in una città di mare, dove incontri un sacco di gente che ti mette in moto, stimola la creatività e incoraggia a fare ancora meglio la prossima volta.

 

 

Parliamo dei protagonisti di questa mostra, Reclame. Guardando i tuoi personaggi, non solo questi presenti sui poster per il Cheap, ma anche quelli che disegni sui muri, li trovo simpatici, mi fanno tanta tenerezza, vorrei abbracciarli quasi.

 

Grazie, alcuni mi dicono che sono un po’ tristi e altri si spaventano, mi fa piacere che tu dica una cosa del genere perché a loro sono affezionata. Sono parte della mia crescita.

 

Gio Pistone | sito

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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