Io e Max Ferrigno amiamo Roma e il basket
Seduta al parco del Circo Massimo, in una bella e calda mattina di fine febbraio, ho avuto il piacere di conoscere un po’ più da vicino un artista con cui ho scoperto di avere alcune cose in comune: l’amore per Roma, incondizionato, puro, il credo pagano e la passione per il basket.
Mi sono fatta un po’ gli affari suoi e lui si è prestato benissimo al gioco, d’altronde giocare è sempre stata la sua missione in questo mondo.
È un gran simpaticone proprio come le sue opere con cui porta un po’ di pop surrealism made in italy in giro per il mondo. In attesa di vedere i suoi nuovi lavori ve lo presento in queste righe: signore e signori a voi Max Ferrigno.
Chi è Max Ferrigno?
C’è una frattura tra il Max di una volta e quello di oggi. Io nasco come decoratore, all’inizio facevo piccole scenografie, lavoravo per i parchi di divertimento come Eurodisney e mi occupavo anche politica, tanto che ha influenzato il mio modo di fare pittura poiché raffiguravo delle tematiche sociali come scene del sud del mondo e dipingevo sacchi del caffè. Poi un giorno sono capitato alla mostra di Murakami a Torino quasi per sbaglio e ho avuto uno shock. Si è annullato tutto quello che avevo fatto prima. Sono entrato nella vecchia cameretta dove dormivo da ragazzino e da li non sono mai più uscito. Da li a breve sono partito per andare a decorare un parco nel nord della Francia e mentre ero in macchina ho immaginato tutti i miei quadri, sapevo cosa avrei dovuto dipingere. Sono tornato in Italia dove ho trovato una persona che mi ha finanziato per un po’ e mi ha permesso di lavorare alle opere che sono arrivate dopo al Max di oggi.
Parlaci dei personaggi del tuo mondo.
I cartoni animali sono stati quelli che mi hanno dato l’ispirazione prima e poi sono venute fuori delle passioni che prima non erano neanche considerate, quelle del Max post-adolescenziale, del cinema cult, pop, fino ad arrivare alla passione per l’oriente che filosoficamente ha raggruppato tutto. È come se io vivessi davvero queste cose, vedo davvero a colori, vivo davvero queste situazioni e sensazioni che rappresento nei quadri. Ho sempre creato degli universi paralleli e credo che se tu li vivi intensamente riesci anche a percepirli e questo poi ti aiuta poi nella loro rappresentazione.
Diamo una definizione di surrealismo.
Per me è difficile spiegare cosa sia il surrealismo perché io mi sento di vivere nel surrealismo. Quello che può essere il surreale per me è magari il tuo reale. In epoca adolescenziale quando andavo in bici per me era un cavallo, ancora oggi la mia Twingo si trasforma in un’astronave e in continuazione.
Parlaci della personale a Carrara, l’ultima tua mostra che si è conclusa giusto qualche giorno fa.
È nata per esigenza pratica, ho diviso tutti i periodi in 4 collezioni e a Carrara ho portato un excursus dei 4 periodi. L’unica un po’ più particolare è quella che io chiamo collezione Circus, 35 pezzi, un po’ più studiata rispetto alle altre dove ho fuso delle cremine con i colori. Praticamente non ci sono i dipinti con i dolcetti ma ho messo comunque un po’ di dolce. La collezione è destinata a proseguire.
Come si inserisce l’arte e l’artista nell’era contemporanea?
Nel mio caso fare l’artista è un’esigenza, lo farei comunque. L’arte ha un ruolo dal punto di vista filosofico poiché è l’arricchimento della razza umana, della persona. E questo è anche il ruolo della cultura, è l’unica cosa che ti può elevare, ti dà un equilibrio e ti allontana dal disastro, dalla distruzione.
Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei!
Il vecchio Max aveva come libro preferito Il ritratto di Dorian Grey e il romanzo storico perché mi permette di imparare. Il nuovo Max sta leggendo altre cose: quello che è stato Dorian Gray nel passato lo è Harry Potter ora. Harry Potter è stato un libro per cui ho provato delle emozioni fisiche molto forti, ho pianto. E poi tra i fumetti ovviamente Dylan Dog su tutti.
A cosa stai lavorando adesso?
La prossima collezione sarà un ritorno all’oriente e quindi sto pensando a un gruppo di ritratti che come morfologia si collega all’oriente e poi nei particolari c’è un ritorno al cartoon e al kawaii. E poi ci sara’ molto del micromondo delle Scene Queen. Inizierò tra una decina di giorni adesso sono solo dei bozzetti.
Max Ferrigno | sito – facebook