IOCOSE vi insegna a farvi un trip homemade
Il vortice di impulsi mediatici ci risucchia e ci rilancia come una biglia rintontita dentro un flipper. Pubblicità dell’Ikea 500 punti. Video demenziale su You Tube 1000 punti. Manifesto elettorale colmo di buoni propositi 2000 punti. Ridiamo, ci arrabbiamo, ci sorprendiamo, ma rimaniamo sempre nel flipper. Cosa succederebbe se per un attimo la biglia uscisse dal flipper? Nel 2006 a Bologna quattro biglie geniali formano il collettivo IOCOSE con la missione di disturbare il sonno delle coscienze. Il loro CV comprende imbucate con performance annessa ai vernissage di Ai Weiwei alla Tate Modern, creazione di stupefacenti sintetizzati partendo da un floppy disk, ideazione del contest No Tube per il miglior video privo di senso postato su You Tube. Faccio un salto all’Ikea a comprare l’ ennesima Lampan rossa ed una Sokkomb da mettere in camera che non si sa mai, e nel frattempo mi pento di non aver inserito nell’ intervista una domanda fondamentale: “ma poi Ai Weiwei per la storia dei semi di girasole si è incazzato?”.
In che modo nascono i progetti di IOCOSE?
Non esiste una ricetta specifica che accomuna la nascita dei nostri lavori: nessuna metodologia precisa né formule magiche. Ogni progetto è una storia a sé stante, un mondo nuovo in cui ci immergiamo per approfondirlo, scoprirne le dinamiche e le contraddizioni per forzarle e portarle alle conseguenze estreme. Ciò che facciamo è sovvertire le ideologie e le pratiche di costruzione del significato. Ogni volta utilizziamo gli strumenti che meglio sia adattano alla realizzazione di quello che abbiamo in mente, il web come il passaparola, azioni per strada e in luoghi pubblici oppure raffinati oggetti da esporre in galleria. Siete dei lucidi osservatori delle dinamiche sociali, cosa vi da più spunti di riflessione? I nostri progetti nascono dall’osservazione del mondo in cui viviamo: guardiamo ciò che ci circonda con un occhio critico, distopico, immaginando sviluppi possibili e scenari surreali. Nel nostro immaginario convivono Piero Manzoni e Thomas Pynchon, Ballard e Alan Abel, internet, i meme e 4chan con James Ellroy e Umberto Eco, la net art e Wharol, Philip Dick e Andy Kaufman, le teorie complottistiche e ovviamente le Tartarughe Ninja.
Le vostre performance spesso implicano reazioni del pubblico, quali vi sono rimaste più impresse?
Le reazioni ai nostri progetti sono sempre state molto varie e complesse. Con Yes We Spam!, ci arrivarono insulti di ogni tipo, da elettori di ogni appartenenza partitica. Sui cani del terzo mondo abbiamo ricevuto tanti premi quante minacce. C’è stato chi ha chiesto di comprare l’Empathy Box e chi ci ha seguito nella sperimentazione di una droga ricavata da floppy disc. E poi c’è chi crede di aver capito tutto, ci loda e si perde in fraintendimenti ancora più grossi. Il punto è che a noi non interessa fornire risposte e soluzioni pronte e impacchettate, solleviamo problemi, insinuiamo il dubbio.
Se doveste realmente commercializzare uno dei vostri progetti, quale scegliereste?
Ogni progetto ha un proprio contesto all’interno del quale è stato presentato. Empathy Box è sempre stata sul mercato, l’abbiamo distribuita porta a porta e ha avuto un ottimo successo. Altri lavori sono distribuiti liberamente in rete: Floppy Trip è una ricetta che molti hanno rifatto a casa propria. Sokkomb la puoi trovare all’Ikea di Barcellona e di Bologna. Per comprare Sunflower Seeds on Sunflower Seeds invece, bisogna partecipare alle aste di Shotheby’s.
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