Italians In Europe | Valentina da Belfast
La nostra Italians in Europe di oggi si chiama Valentina ed è scappata nella lontana-ma-non-troppo Irlanda, passando per la caotica metropoli londinese. Valentina è davvero molto giovane ma s’intuisce in fretta che è una ragazza molto determinata. Dopo aver capito che la nostra cara e vecchia Italia non poteva offrirle altro che precariato ha deciso di cambiare la sua vita. Alla tenera età (per gli standard italiani, s’intende) di diciotto anni ha lasciato la sua amata Napoli e si è trasferita a Londra per poi correre ad esplorare la verde terra irlandese alla ricerca di…beh chiediamolo a lei, lasciandogli fare un flusso di coscienza alla Joyce.
Ciao Valentina, come ti butta in quel di Belfast?
Ciao! Molto bene, grazie. A volte mi chiedo ancora se sia un sogno.
Da dove vieni e perché ti sei data all’anglofono?
Sono nata ad Acerra, in provincia di Napoli. L’inglese è facile e pratico. Il Regno Unito mi è sempre apparso come un paese libero.
Cosa ti ha spinto a scappare dalla tua terra e a gettarti tra le braccia della regina?
Dire che mi son gettata tra le sue braccia forse non è molto corretto, ma preferisco mille volte un suo sorrisetto da paralisi che uno malefico del nostro presidente del consiglio. La mia Terra è spoglia, intossicata, ricca d’illusioni, strade insormontabili… Ed io, io sono una ragazza a cui piace toccare i sogni con le mani.
Sei proprio un animo irrequieto. Come mai sei scappata anche da Londra e di cosa ti occupavi lì?
Da Londra non sono scappata.Io amo Londra! Forse non mi sarei mai mossa da lì se qualcuno non avesse “rubato” il mio cuore. La prima volta che sono andata a Londra avevo quindici anni e fu colpo di fulmine. Ho vissuto un anno a Londra, ho principalmente studiato inglese ed è grazie alla grande metropoli che sono diventata trilingue. Londra è la città delle sorprese. Una delle più grandi sorprese che potesse riservarmi è stato un lavoro in radio. Intervistavo la gente a proposito di alcune aree della città. In seguito, ho fatto la ragazza alla pari, un’esperienza bellissima che mi ha permesso di vivere davvero “all’inglese” e di conoscere persone indimenticabili.
È vero che da quelle parti ci vanno pesante con la Guinness? Ti hanno contagiata? E soprattutto, come sono gli irlandesi?
Caspita. Non ho mai visto in vita mia persone bere così tanto. Bere è necessario. Il bere degli irlandesi non è un bere da alcolizzati, ma lo fanno con il gusto di godersi il sapore della birra, di sorridere e dimenticarsi per un po’ dei brutti pensieri. Non credo di essere stata contagiata, semplicemente perché non mi ci entra.Non riesco a bere così tanto, io dopo la terza birra mi sento ubriachissima. Gli irlandesi sono un popolo dedito alla musica, all’arte e alle proprie origini. Simpatici, amichevoli e sempre pronti a brindare.
Dove te ne vai di sera? Feste e serate al pub sono previste? O preferisci stare in casa con amici e parenti?
Mi piace molto variare le mie serate.Ovviamente i pub sono i più gettonati, ma non mancano houseparty, serate al club e cenette tradizionali.
Facciamo un po’ i pesantoni e parliamo di cultura. Belfast è la città di molti importantissimi artisti del panorama artistico e musicale. Mi aspetto che sia una città in pieno fermento creativo, è così?
Come dicevo prima il popolo irlandese è fondamentalmente creativo. Basta guardare come Belfast sia tempestata di fantastici murales che rappresentano la storia sofferta di un popolo occupato e la storia anche secondo gli unionisti. Immagini crude, che ti restano nel cervello. Alcune le stanno eliminando per sostituirle con murales sponsorizzati dallo Stato che lanciano messaggi di pace. La musica la senti ovunque e di tutti i generi e poi ci sono tantissime chiese, protestanti e cattoliche. A volte mi diverto a indovinare: cattolica o protestante? Molto belle architettonicamente parlando. Un tocco quasi medievale e un po’ povero, assolutamente diverso dallo stile italiano.
Ti trovi nella città di quegli scontri politici detti Troubles. Credi che quelle vicende siano ancora nell’aria?
Nell’aria non si respira guerra. Ogni tanto qualche bomba esplode, ma sono rimasti pochi estremisti. Credo che si sia raggiunta una buona stabilità nella convivenza repubblicani-cattolici/unionisti-protestanti.
Quali sono le caratteristiche di questa cultura, diversa dalla nostra, che ti affascinano di più?
La cultura del mistico mi affascina. Riesco a sentire un non so che di spirituale che mi arricchisce. I tratti fisici delle persone. Io ho i capelli rossi e mi piace immaginarmi in un lontano passato, nella verde Irlanda. Sono affascinata dai miti e le leggende che caratterizzano questo paese. Il gaelico, una lingua che vive ancora e che non somiglia a nessuna lingua al mondo. Il modo in cui il popolo è geloso della propria terra, una terra a cui non farebbe mai del male. Il modo in cui si cresce senza giudicare troppo il prossimo. La trasparenza nell’esprimersi.
Perché credi che gli italiani scelgano sempre più spesso di andare via?
E aggiungerei: “fatelo il prima possibile”! Siamo il Paese più arretrato d’Europa. Non abbiamo soldi, non abbiamo lavoro, non abbiamo un sistema pubblico funzionante, siamo sotto il regime dei potenti. Saviano la chiama la macchina del fango. Qualunque cosa essa sia, gli italiani sono distrutti non hanno più forze. Che senso ha passare una vita intera a cercare di combattere qualcosa quando puoi scegliere di pensare prima a te stesso e andare via? Io penso ai miei figli. Non voglio che vivano quello che ho vissuto io. Ho trovato nel Regno Unito quello che non ho trovato in Italia. Il rispetto per l’ambiente, il rispetto dell’opinione altrui e il senso alla parola STATO.
Quali opportunità credi di aver lasciato in Italia?
Nessuna. Sono molto sincera. A meno che lavorare in un call center possa essere considerata un’opportunità.
Cosa ti manca del Belpaese, a parte un caffè decente ovviamente?
Mi manca tutto quello che è cibo e il clima ovviamente. Mi manca anche farmi quattro chiacchiere in napoletano.
Consigliaci un posto da vedere assolutamente a Belfast.
Uno??? Ci sarebbe più di una cosa, ma la prima che direi è: “fate il tour dei murales”!
Ciao Valentina e salutaci gli gnomi!
Ok, ciao e grazie a voi…un saluto speciale dal leprechaun.