It’s time to get a job | Nadia Baiardi aka Nasdiak, cosplayer
Quante volte abbiamo desiderato, magari in un momento di sconforto, di trasformarci in un qualche personaggio surreale che con un colpo di qualcosa – bacchetta, razzo supersonico, scettro lunare che sia – potesse risolvere all’istante tutta quella serie di problemi, piccoli o insormontabili, che costellano l’essenza della vita? Nadia Baiardi c’è riuscita, divenendo tra le più grandi artiste del travestimento. Bella, giovane ed estremamente fantasiosa, oggi Nadiask – il suo nome d’arte da cosplayer – ha fan sparsi per il mondo e con la sua creatività riesce a portare un po’ del variopinto mondo dei fumetti nella nostra ben più grigia quotidianità.
Ciao Nadia, partiamo dall’inizio. Come e quando sei diventata una cosplayer?
La prima volta che ho avuto un “incontro ravvicinato” con i cosplayer è stato durante un’edizione di Torino Comics. Ero da poco diventata una grande appassionata di manga e all’interno della convention vidi alcuni ragazzi vestiti da personaggi dei cartoni animati e videogiochi. Pensavo fossero dei figuranti pagati dagli stand per fare pubblicità ai prodotti. Solo dopo ho scoperto che erano in realtà dei cosplayer. Qualche anno dopo, insieme ad alcuni amici, ho partecipato ad un gruppo di Final Fantasy X a Lucca Comics, era il nostro primo cosplay e ci siamo divertiti moltissimo… così tanto che non ho più smesso di praticare questo hobby!
Qual è il fumetto che ti ha più “segnata”?
Ho diversi “amori”, primo fra tutti Cortili del cuore, la storia di una ragazza che sogna di diventare una grande stilista, per poi passare ad anime come Il grande sogno di Maya o Hilary o Mimi che credo mi abbiano insegnato come si debba lottare e darsi da fare se si vuole veramente raggiungere un obiettivo. Poi ci sono gli intramontabili Cavalieri dello Zodiaco o Lady Oscar. Riguardo ai fumetti mi piace molto leggere quelli legati alla mia infanzia e ho una passione sfrenata per Detective Conan, Cloth Road e i manhwa, i fumetti coreani.
Come scegli e crei i tuoi personaggi?
Ogni personaggio che interpreto deve essere affine al mio carattere o affascinarmi a tal punto da volerlo interpretare. Solitamente quando decido di fare un costume inizio a buttare giù uno schizzo per capirne meglio il taglio e decidere come realizzarlo. Poi parto alla ricerca della stoffa più adatta e che secondo me può rendere meglio il risultato finale. Senza dimenticare la ricerca della parrucca, delle lenti a contatto e della realizzazione degli accessori.
Un’esperienza da cosplayer da ricordare?
Nel 2008 rappresentare l’Italia al World Cosplay Summit è stata una delle cose che ricordo con maggiore intensità, anche perché subito dopo la nostra esibizione la mangaka autrice del manga da cui era tratto il mio costume mi scrisse una mail di complimenti e da allora siamo diventate grandi amiche. Grazie al cosplay ho potuto conoscere persone che ora sono parte integrante della mia vita, e ho potuto viaggiare molto. Proprio ora ti scrivo dal Messico, paese che amo, dove sono ospite di un’importante convention per il cosplay.
Come riesci a conciliare i tuoi impegni lavorativi (Nadia è attualmente fashion stylist per D di Repubblica, ndr) e la tua attività di cosplayer?
Il lavoro, naturalmente, viene prima di tutto, quindi spesso mi capita di dover rinunciare a inviti o presenze per impegni lavorativi. Amo moltissimo il mio lavoro e questo rende certe rinunce molto più facili di quanto si creda. È fondato sulla creatività, quindi questi due mondi si stimolano a vicenda. Inoltre mi trovo in un ambiente fantastico che mi supporta nelle passioni… meglio di così!
Dove lavori ai tuoi costumi e, soprattutto, dove li conservi?
Attualmente lavoro, letteralmente parlando, per tutta casa! Ho una stanza dove tengo la macchina da cucire, ma spesso i costumi sono molto ingombranti e quindi utilizzo come base di lavoro la sala per il cucito, mentre la terrazza o il garage (a seconda del freddo) per i lavori più manuali come le armature e gli accessori. Mi sto trasferendo in una casa nuova, dove ho adibito una stanza ad atelier che userò principalmente per il lavoro, e poi naturalmente anche per il cosplay. Con il trasloco ne approfitterò per vendere alcuni dei miei costumi, anche se sarà difficile separarmene.
Credi ci sia un limite di età per fare il cosplayer?
Non credo ci sia una regola che dica quando iniziare o quando smettere, tutto dipende dalla passione che ci si mette. Naturalmente cambiano i tipi di personaggi da interpretare, ma non esiste una legge che possa impedire a qualcuno di fare un dato cosplay.
Cosa consiglieresti a chi vuole iniziare? C’è un limite di età?
Non credo ci sia una regola che dica quando iniziare o quando smettere. Naturalmente cambiano i tipi di personaggi da interpretare, ma nessuna legge vieta a qualcuno di fare un dato cosplay. A chi inizia consiglio di non scoraggiarsi se all’inizio le cose non vengono perfette e di scegliere un personaggio che si ama o con cui si ha un’affinità particolare. La passione, poi, rende tutto più facile.
Hai un sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe moltissimo realizzare pienamente il mio obiettivo di diventare una costumista e una designer, oltre che continuare il mio lavoro come fashion stylist. Per il cosplay mi piacerebbe tornare al World Cosplay Summit perché è stata un’esperienza fantastica. Prossimamente sarò al World Cosplay Master a Lisbona, un contest internazionale per singoli dove l’anno scorso mi sono qualificata terza e spero di fare un ottimo lavoro. Mentre a luglio farò parte del team italiano che rappresenterà l’Italia agli europei di Parigi, gli European Cosplay Gathering. Tifate per noi!
Testi di Serena Savelli.
Per saperne di più
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