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James Kalinda per Lumen Urban Factory

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Ci siamo quasi, manca solo una settimana e siamo sicuri che sarete in tanti a fare in modo che venerdì 13 sia ricordato da voi non come un giorno scaramantico, ma in rapporto all’evento Lumen. Siamo arrivati a voler rapportarci all’arte in maniera più libera e non convenzionale per questo continuiamo a presentarvi gli artisti protagonisti dell’evento salernitano. Ed ecco a voi James Kalinda, poliedrico artista e parmense. Tante le attività che lui predilige dal videoclip, ai disegni su muri e tela, all’illustrazione di fumetti, alla fotografia fino ad arrivare al mestiere che quotidianamente esercita ovvero quello del tatuatore. I suoi disegni, contaminati da elementi naturali ma a volte anche surreali, trasmettono una certa inquietudine e malessere secondo chi li osserva, ma James Kalinda  ignora il loro messaggio, per lui tutto è un gioco. Ascoltiamo cosa ha da dirci.

Quando e perché ti sei avvicinato alla Street Art?

Ho iniziato con gli spray nel ‘94. Ero un “chechiello”.

In realtà non sei solo un writer, so che ti interessi anche di fotografia, di pittura e sei anche un tatuatore. Tutti questi interessi culturali dimostrano che l’Arte non ha limiti e che automaticamente si è portati a vedere tutto ciò che ne concerne?

Credo di si. Penso che principalmente sia la curiosità a spingermi in questa direzione.

James Kalinda

Qual è la tua principale fonte di ispirazione?

In questo momento la Natura.

Come scegli gli edifici sui quali disegnare?

Innanzitutto dalla loro fruibilità, visto che opero senza permessi, più’ sono sporchi e pieni di oggetti e ossa da portarsi via, meglio è.

Che rapporto hai con lo spazio pubblico?

Ultimamente prediligo luoghi abbandonati.

Nei tuoi disegni i soggetti più presenti sono esseri umani che reggono tra le mani una piramide rovesciata o che posseggono un occhio tentacolare. Cosa rappresentano e soprattutto chi sono?

La piramide rovesciata simboleggia un ritorno alle origini e all’arcaico, mentre l’occhio tentacolare l’ho disegnato quando non vedevo da un occhio. Non so di preciso cosa rappresenti, ma mi sembra un animale assetato di esperienze.

La Street Art è un Arte concepita in modo da poter essere fruibile a tutti. Anche coloro che non amano questa cultura artistica si ritrovano di fronte a determinati “quadri” e la città diventa una vetrina. Proprio per questo motivo le tue illustrazioni si prefiggono di comunicare qualcosa oppure no? Qual è il loro messaggio?

Non ho nessun messaggio da lanciare. Dicono che i miei disegni trasmettono inquietudine. Io spero che stimolino le persone che li vedono, tutto qui. Alla fine per me e’ un gioco, non una missione.

Inutile parlare dei continui tagli alla Cultura, tu riesci a “campare” con la tua Arte?

Tatuo e mi ritengo fortunato a fare questo lavoro. Poi per quanto riguarda le gallerie ed il mondo dell’ arte devo ancora capire come rapportarmi e soprattutto se rapportarmici.

Sai che Napoli è un museo a cielo aperto per quanto riguarda la Street Art, perfino Banksy ha decorato il centro storico. Pensi di poter venire a farti un giro per lasciare una tua firma o forse c’è qualche tua opera nascosta nella periferia della città?

Mai dipinto a Napoli, sarebbe bello.

Quale sarà il tuo prossimo lavoro, oltre Lumen?

Ho appena finito di stampare insieme al mio amico Centina un libro autoprodotto che raccoglie in parte la storia di un anno di lavori miei e di Centina in luoghi abbandonati. Il volume si chiama ATROCE. Nel libro sono documenti anche il modus operandi e le location e non solo i disegni finiti. Il progetto ha un sito.

Per chi volesse saperne di più:

www.atrocebook.com

James Kalinda è uno dei tre artisti proposti dall’Associazione Mac Contemporaneo per Lumen /urban Factory

Questo il sito dell’Associazione Mac Contemporaneo: maconline.it

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Lumen / urban factory

13 – 29 maggio 2011

Parco dell’Irno

ex Area Salid

Salerno

Italy

Stefania Annese

scritto da

Questo è il suo articolo n°51

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