Jeremyfish
Il Barbary Coast è stato un quartiere a luci rosse di San Francisco nel lontano 1848 durante il periodo della cosiddetta corsa all’oro (Gold Rush), una zona che si distinse per l’alta concentrazione del gioco d’azzardo, prostituzione e criminalità, insomma quel che si definisce un quartiere socialmente interessante. Il nome che gli fu affibbiato fu mutuato dallo stesso “Barbary Coast” usato dagli europei tra il 1500 ed il 1800 per indicare il Magreb lo stato che si trova sulla costa nord dell’Africa, anche questa all’epoca una zona poco raccomandabile visto che le acque antistanti lo stato magrebino erano un crocevia abbastanza affollato di pirati e mercanti di schiavi.
Lo scrittore Benjamin E. Lloyd (1876) nel suo libro “Luci e ombre di San Francisco” racconta così quel quartiere malfamato:
Il Barbary Coast è il covo in cui si ritrovano gli individui della peggiore specie. Topi d’ appartamenti (leggasi ladri), barboni, magnaccia, prostitute ed assassini, si trovano tutti in questo posto. Non si contano le sale da ballo e da concerto dove uomini dagli occhi cisposi e donne dalle facce pallide si ubriacano con del pessimo liquore e fumano del tossico tabacco, scambiandosi volgari battute, cantando canzoni oscene, facendo e dicendo qualsiasi cosa pur di ammucchiarsi e rendere l’ambiente ancora più degradante. Case da gioco di bassa lega affollate da grezzi personaggi attaccabrighe in ogni possibile stadio di intossicazione, le trovi qui. Fumerie d’oppio dove cinesi pagani e uomini e donne dimenticati da Dio si stravaccano nella confusione più totale, disgustosamente fiacchi o totalmente andati, anche loro si trovano qui. Libertinaggio, dissolutezza, inquinamento, bestemmie, pazzia da sregolatezza, miseria, povertà, blasfemia e morte, sono qui. E maledizione, sono stanco di sopportare questa putrida massa.
[ da una mia libera interpretazione e traduzione]
L’artista ed illustratore di San Francisco Jeremyfish si è ispirato proprio a questa storia per la realizzazione delle tavole esposte in occasione di una sua mostra del 2008 dal titolo “Ghosts of the Barbary Coast”.
Per saperne di più: sillypinkbunnies.com