Joan Mirò e il gioco arbitrario dei pensieri in mostra al Mudec
Milano e il Mudec si apprestano ad accogliere un’altra grande retrospettiva che avrà come protagonista Joan Mirò, pittore, scultore e ceramista la cui opera è un’interessante commistione tra realtà e sogno. Il numero delle opere si aggirerà intorno al centinaio e riguarderanno il periodo tra gli anni Trenta e Ottanta del Novecento, corrispondente alla maturità artistica del pittore e caratterizzate da ampie campiture colorate e omogenee, su cui si muovono in assoluta libertà figure geometriche e immagini fantastiche.
La scelta dell’artista da parte del nuovo polo museale meneghino si inserisce nel filone della riscoperta del primitivismo nell’arte, inaugurato con la precedente mostra su Gauguin e perfettamente in linea con la mission del museo, che punta all’approfondimento e alla valorizzazione di tutte le espressioni della cultura, materiale e immateriale, delle popolazioni europee e non, anche attraverso la ricerca e l’analisi dell’influenza più o meno consapevole che queste hanno esercitato sull’arte moderna e contemporanea.
Non ci resta che attendere l’inaugurazione per lasciarci trasportare nel mondo onirico e astratto di Mirò,“il più surrealista fra i surrealisti” secondo la definizione che ne diede di lui Andrè Breton, fondatore e teorico della corrente del surrealismo, nonostante egli si muovesse in totale autonomia rispetto ai movimenti artistici a lui contemporanei. La visita sarà un’occasione per conoscere meglio e apprezzare l’opera del catalano, caratterizzata da una ricerca quasi esasperata della fusione tra poesia e pittura, sperimentata attraverso una estrema semplificazione della realtà e delle suggestioni che da essa riceveva.
La mostra, curata da Teresa Montaner – Chief Curator della collezione Fundació Joan Miró di Barcellona – sarà inaugurata il 25 Marzo e potrà essere visitata fino a settembre secondo gli orari di visita del museo.
Testi di Laura Espa.
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