Keep It Yours, opening party, Rashomon, Roma, 7 novembre
Se è vero che invertendo l’ordine degli addendi la somma non cambia, allora sarà altrettanto vero che cambiando l’ordine delle lettere il successo rimane invariato. Nessun gioco di parole o colpo di testa, ma una constatazione oggettiva a fine serata al Rashomon dove il 7 novembre si è tenuto l’opening party della serie di serate targate KIY (keep it yours), in precedenza KYI (kill your idols).
I cambiamenti e le novità nell’organizzazione non alterano il consueto successo delle serate marchiate KYI, anzi, sembra che un pizzico di eclettismo abbia aperto nuove porte ed allargato gli orizzonti musicali oltre i limiti della musica “indie”.
Ad inaugurare e battezzare il neonato KIY ci pensano i Partyshank, duo londinese in perfetto stile anni ’80 (anche se anagraficamente gli anni ’80 li avranno a malapena sfiorati) artefice di un live impetuoso e scatenante. Conciliando in maniera impeccabile strumenti “tradizionali”, synth e tastierine, sporcando il tutto con una voce irruente e graffiante, i due costringono, con sonorità electro-punk, i pochi ancora seduti agli angoli del club a tuffarsi a centro pista molleggiando, saltellando, lasciandosi andare a movimenti scanditi e ritmati.
Il made in London continua a dettar legge quando si parla di musica.
Peccato solo che la performance sia stata un po’ breve nonostante i bis, ma per fortuna a supportare la serata ci hanno pensato i dj del live set e il numero iniziale dei Time Stretch.
La partecipazione del pubblico è notevole, sia gli affezionati che i curiosi riempiono il club, i più ballano, molti si trattengono nel cortiletto all’aperto, altri sono fissi al bar; colori, cappellini con visiere drittissime, fuseaux e t-shirt XXL rendono l’ambiente stiloso e ricercato; colpisce la compresenza di stili diversi, di persone che a colpo d’occhio hanno poco in comune, punk, glam, finti casuals, e questo conduce sicuramente a considerazioni positive ed interessanti sul clima versatile, stimolante e poliedrico della serata.
A conti fatti dunque il successo del party d’apertura è palese: la qualità della musica, la buona affluenza di gente, l’acutezza dell’organizzazione (concentrata in pochissime mani) nell’aver cura di ogni aspetto, lasciano prospettare una stagione marchiata KIY decisamente positiva.
Staremo a vedere.
– Giuditta Albanese