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La bandiera della crisi di Hogre

Si parla di:

Teschio bianco che guarda alla sua sinistra, forchetta e cucchiaio incrociati, fondo nero.  È il vessillo della necessità, immagine della lotta per la sopravvivenza, voce che grida il più basilare dei bisogni: c’ho fame.

La bandiera pirata della crisi. L’ho disegnata perché non mi sento rappresentato da nessuna delle voci della politica, le scelte che l’odierna democrazia mi propone mi sembrano finte, l’una è diversa dall’altra solo per lievi sfumature, diversi approcci al ladrocinio, ognuno con le sue radici ideologiche vecchie di cent’anni. Un grande pirata che fu terrore dei sette mari nel quindicesimo secolo e in due poi a venire sotto forma di spettro era solito dire: „ogni uomo combatte per l’ideale che più gli conviene”. Se così davvero deve essere, allora preferisco esser sincero e cristallino come l’acqua di un cesso bianco ben pulito e fare della pirateria la mia ragione di vita. Mi proclamo capitano del vascello pirata che sono le mie gambe e sotto questa mia bandiera desidero parlarvi oggi dei movimenti che ho visto partire dal basso, dal cuore delle persone e dal bisogno. Il 6 Dicembre a Roma, dieci strutture abbandonate, in disuso da anni, sono state contemporaneamente occupate da gente senza un tetto che si stava letteralmente ghiacciando il culo sui marciapiedi. L’azione è stata pianificata e organizzata da vari movimenti, i più importanti dei quali sono Action, Blocco Precario Metropolitano e Coordinamento cittadino lotta per la casa. per sopravvivere tutti abbiamo bisogno di quattro pareti ed un tetto e  di strutture che rispecchiano questa semplice descrizione, vuote e inutilizzate per anni, il territorio urbano ne è pieno. È evidente che i ricchi proprietari di questi stabili (ex hotel, teatri, cinema, uffici, fabbriche…) sono troppo impegnati a compiacersi del bel colorito delle loro feci, mentre  fuori, per le strade, chi non gela con un giaciglio improvvisato e costretto in un folle sabbath quotidiano che gli è appena sufficiente a pagare un affitto salato come l’acqua dei sargassi.

Lunedì 10 alle 17 c’é stato un sit in al campidoglio con tutti gli occupanti e i combattenti per il diritto alla casa. è difficile non reagire in maniera violenta quando ci si trova a fare i conti in prima persona con la disuguaglianza, eppure tutta la protesta si è svolta in modo pacifico, qualche bonario vaffanculo è volato, ma solo per riscaldare gli animi. Forse è vero che io godo della follia mia, ma non vaneggio, quindi v’avverto di non stupirvi cari cuoricini miei se non sentirete parlare di queste vicende di vita vera i telegiornali o le vostre stupide riviste babbee. Quei poveri diavoli coi soldi stanno così comodi nelle loro vite viziate da non rendersi conto che la felicità non si può raggiungere individualmente. sono egoisti, pertanto non acconsentiranno mai di farvi dire a chiare parole attraverso i loro canali la verità, e cioé che faremmo bene tutti a occupare la nostra tana.
C’era un uomo, una volta in messico, che era  solito andare a cavallo di un ciuco a lottare per i diritti di chi coltiva la terra, perché la terra è di chi la coltiva, diceva sempre. Lo stesso discorso vale anche per le strade, e i muretti sui quali sedete, e le case ovviamente, perché lo spazio è di chi lo vive!

L’inghippo della dannata proprietà privata è ormai irrivoltabile, ma è semplicissimo capire che se qualcuno ha qualcosa in più è solo dovuto al fatto che qualcun altro, da qualche altra parte, ha qualcosa in meno. Non fatevi infinocchiare dalle favole di quegli imprenditori che vi tengono buoni dicendovi che pure voi potreste diventare ricchi come loro se seguite bene il loro esempio, le risorse della terra non sono infinite! Se sgobbate tutti i santi giorni mentre il vostro proprietario di casa non fa un cazzo tutto il mese aspettando solo di riscuotere i vari affitti, rendetevi conto senza timore che non gli dovete il becco di un quattrino a quel citrullo in pantofole. dio vuole l’uguaglianza tra i popoli, allora e dio in persona che vi dice: OCCUPATE!

 

Testi di Hogre.

 

Per saperne di più:

www.flickr.com/photos/hogreman/

www.facebook.com/pages/Hogre/44142721685

www.hogre.it

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Questo è il suo articolo n°144

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