La letteratura di strada di Scritto sul Muro
Sul muro sotto casa mia c’è una pera disegnata con lo spray. Ora è un po’ sbiadita ma è lì dalla fine degli anni Ottanta. Una traccia del passato che ricorda ai pedoni quanto andava di moda l’eroina in quel periodo. Un vero reperto storico.
Se adottate questo sguardo, i muri delle nostre città sono una continua fonte di riflessioni socio-antropologiche. Qualcuno tra noi ha già dato un importante contributo all’analisi del fenomeno delle scritte sui muri; io invece mi sono imbattuto in Scritto sul Muro, il tumblr che le raccoglie tutte.
L’archivio fotografico del vostro blog è tra i più completi ed aggiornati in circolazione. Da dove nasce l’esigenza di crearlo?
In Rete esistono migliaia di siti e pagine dedicate a Graffiti e Street Art. Ormai fanno parte a pieno titolo del sistema artistico. Le scritte sui muri invece rientrano più nella sfera del vandalismo eppure hanno un potenziale espressivo altrettanto importante. Volevamo creare uno spazio dove archiviare tutto questo potenziale e dove i pubblici della Rete, abituati a blog e social network, potessero riconnettersi a questo tipo di espressione urbana.
Ma perché le scritte riscuotono tanto successo?
Chi scrive sui muri vuole anzitutto lasciare un segno. Questo è un impulso che l’uomo ha da ben prima che imparasse a scrivere, da quando viveva nelle caverne direi. Oggi la comunicazione è digitale, istantanea e alla portata di tutti. Chi sceglie di scrivere sui muri compie un atto potentissimo, controtendenza e pieno di significato.
Vuoi dire che imbrattare il muro con W JUVE o KIARA TVB è un gesto nobile?
Voglio dire che oggi come oggi l’atto in sé, la scelta del mezzo “muro”, è già una scelta interessante. Noi ad esempio non siamo interessati a scritte di contenuto politico o calcistico perché non sosteniamo nessuna causa in particolare. Però esistono contenuti più interessanti di altri.
Ad esempio?
Ad esempio c’è chi la prende seriamente e scrive pensieri profondi o poesie. C’è chi invece dà sfogo alla propria ironia e al proprio cinismo. Ci sono le contestazioni e poi c’è tutto il filone nonsense che personalmente è il mio preferito. Non scordiamoci l’esempio storico delle Statue Parlanti di Roma: è dal XVI sec. che i romani affiggono per strada e sul muro dei messaggi anonimi e filastrocche satiriche contro i governanti, come se fossero le statue a parlare. Le cosiddette Pasquinate sopravvivono ancora oggi. (NDR dal nome della statua Pasquino, la più famosa delle sei)
Quindi qual è il confine tra espressione e vandalismo?
Non sono io a poterlo dire, noi vediamo solo emergere chiaramente una certa esigenza espressiva che vorremmo intercettare. Diciamoci la verità, le foto alle scritte sono capaci tutti a farle, è per questo che stiamo pianificando di uscire dal digitale e tornare per strada, tra i muri e le persone. Abbiamo dei progetti in cantiere.
Bene allora restiamo in contatto e fateci sapere che sviluppi ci sono. Ultima domanda: una scritta a cui sei legato e perché?
Tupa tupa – Soldi di merda – Dio è gay. È una foto che ho scattato personalmente dentro il bagno di un locale. I bagni dei luoghi pubblici sono di profonda ispirazione. Le persone danno sfogo ai loro lati più nascosti quando sono soli in bagno. Ecco in quel momento ho capito che dovevo aprire un blog.