La Popaganda di Ron English
Prendersela con politici e multinazionali è una delle pratiche più diffuse nel mondo dell’arte contemporanea, è una tecnica molto efficace soprattutto quando ci si vuole far conoscere e far apprezzare dal grande pubblico. Funziona un po’ come la satira. Prendi un personaggio molto famoso, gli cuci addosso una caricatura, e tutti ridono.
Ovviamente c’è chi lo sa fare bene e diventa famoso come Ron English e chi finisce nel secchio del già visto e sentito. Ron English, poliedrico artista americano, è uno di quelli che con il “movimento per la liberazione dei tabelloni pubblicitari” vi si è costruito una carriera. Padre consacrato del cosiddetto agit-pop, è uno dei pochi artisti capaci di rimaneggiare l’iconografia e la semantica usata dalle multinazionali nelle proprie campagne pubblicitarie riuscendo a capovolgerne il messaggio e a rispedirlo direttamente nelle terga del mittente.
Pioniere della street art, già negli anni ottanta si divertiva a tappezzare le mura delle città americane con campagne artistico-pubblicitarie ovviamente illegali. Le sue opere sono finite sul Checkpoint Charlie del muro di Berlino e sulla barriera di separazione israeliana nel west bank insieme a quelle dei suoi amici Banksy e Swoon. Come altri artisti made in USA anche lui nel 2008 ha cavalcato l’onda presidenziale di Obama dando il suo contributo al processo di iconizzazione del neo presidente di colore realizzando l’opera “Abraham Obama” frutto di una fusione visivo concettuale tra Abramo Lincoln e Barack Obama.
Ron è figlio della pop art e come tale non poteva non fare propri gli insegnamenti della scuola Warholiana, ma è anche e soprattutto un americano nato nel ventunesimo secolo che porta nel suo dna di artista i geni dei KISS, dei cartoons e della pubblicità dei fast food. Ecco questo potrebbe essere il sistema di riferimenti rintracciabile nella produzione artistica e propagandistica di Ron.
Per quei pochi che fossero arrivati fino a questo punto consiglio di approfondire con questo documentario sulla vita dell’artista “Popaganda” di Pedro Carvajal. Buona visione.
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