La street art in Italia secondo Urban Lives
Conosco Ivana De Innocentis da un po’ di tempo perchè condividiamo la passione per la comunicazione digitale e il marketing e perchè siamo entrambi redattori di un blog che parla di questi temi, ma qualche mese fa sono stato felice di scoprire che oltre a questo interesse condividiamo anche lo stesso amore per la street art. Qualche mese fa Ivana insieme a un team di esperti, precisamente Livio Ninni, Paolo Campana, Francesco Del Franco, Giulio Riotta, Chiara David e Fabio Pariante, ha progettato e messo su Urban Lives, un progetto che vuole raccontare l’arte con uno sguardo in particolare alla street art in Italia. Le ho fatto qualche domanda per conoscere meglio il progetto e farlo conoscere ai nostri lettori.
Ciao Ivana, raccontaci cos’è Urban Lives e come è nato questo progetto.
Ciao! Urban Lives è nato ufficialmente a novembre 2014, ma da almeno due anni pensavo a un progetto editoriale tutto mio sulla street art. La mia volontà è sempre stata quella di coinvolgere il più possibile gli artisti: proprio questo infatti è l’obiettivo principale di Urban Lives, raccontare l’arte urbana italiana attraverso le loro storie. Questo è ovviamente possibile includendo tra le nostre attività un’indagine sul campo, una raccolta di testimonianze dirette e indirette, e in generale interviste, foto e video, soprattutto durante le fasi di preparazione ed esecuzione di un’opera o nel corso di eventi e manifestazioni.
Per quanto riguarda la nascita di Urban Lives la svolta, prima del lancio online, è stato un mio viaggio a Torino a settembre: grazie all’associazione Il Cerchio e le Gocce (di Corn79 e Mr Fijodor) e alla fantastica scena locale ho avuto uno stimolo creativo determinante in fase iniziale.
Chi ti sostiene nel progetto? Leggo che ognuno di voi ha un background diverso. Cosa vi accomuna oltre alla passione per la street art?
Il progetto è essenzialmente mio ma posso contare su uno staff solido e variegato. Siamo tutti professionisti della comunicazione: ci accomuna una grande esigenza di comunicare, narrare e, perché no, anche promuovere l’arte urbana, ognuno con un linguaggio diverso, fornendo anche servizi che possano essere utili per eventi, festival, gallerie, artisti.
Dichiarate di voler mostrare la bellezza dell’arte urbana “come nessuno ha mai fatto in Italia”, qual è la vostra marcia in più e cosa vi differenzia da altre realtà che si occupano di arte?
La nostra marcia in più credo che sia un mix di entusiasmo, indispensabile in questo ambito, e di professionalità: in un’epoca in cui la comunicazione mediatica è fondamentale non basta saper “raccontare l’arte”, è necessario anche farlo nel modo giusto e con le giuste competenze.
Rispetto a qualche tempo fa gli street artist sono cambiati e di conseguenza la percezione che si ha di loro. Si è passati da “vandali ignoranti” ad “artisti degli spay”, cosa credi sia cambiato e, se c’è stato un cambiamento, cosa lo ha reso possibile?
Non credo che la percezione sia cambiata, ci sono ancora associazioni che combattono “attacchi d’arte urbana” poco invasivi boicottandoli ed etichettandoli erroneamente come “atti vandalici”: questo dimostra il livello di confusione generale. Quella che da qualche anno viene definita “street art” è un calderone in cui viene incluso tutto: writing, graffiti, opere di muralismo decorative o “sociali”, esposizioni in gallerie, interventi legali o illegali realizzati con spray, pittura, stencil, poster, tecniche miste ecc ecc.
Per citare C215 in un interessante articolo su “Le Grand Jeu”, con l’avvento del muralismo “si organizzano aste e mostre di street art, anche se si dovrebbe usare il termine street art solo per degli interventi eseguiti in strada e nonostante il fatto che i graffiti non siano mai stati un bene commercializzabile”.
Tornando al discorso della percezione negativa della street e del vandalismo è mia ferma volontà fare qualcosa di concreto, non solo sul piano informativo attraverso il blog ma anche pratico ed educativo: sto iniziando a lavorarci proprio in questo periodo… stay tuned!
Come credi si evolverà l’arte urbana? Ci saranno sempre più gallerie a promuovere gli street artist? Ci saranno sempre più istituzioni che utilizzeranno la street art come forma di riqualificazione delle zone degradate per “pulirsi la coscienza”? Oppure tra qualche anno rivedremo muri scrostati e cadenti intorno a noi?
Una bellissima domanda, che a mia volta spesso pongo ad amici, appassionati e artisti. La street art del futuro la immagino ancora di più, nel bene e nel male, all’insegna delle contaminazioni di stili e di tecniche: non solo la “classica street art” ma sempre più guerrilla gardening, street design e forme di arta urbana partecipativa e interattiva.
Immagino, anzi spero, un’evoluzione e un ulteriore percorso di sperimentazione che includa installazioni, utilizzo di nuovi materiali, tecnologia e in generale una crescente considerazione del tessuto urbano, territoriale e sociale, e anche virtuale. Prevedo poi un’inversione di tendenza: sempre meno grandi festival istituzionali e sempre più iniziative locali meno risonanti ma più costruttive o, più probabilmente, la fuga dal caos cittadino con conseguente ricerca e riscoperta sempre più predominante di posti abbandonati e affascinanti luoghi immersi nella natura.
In Italia ci sono tanti artisti, più o meno interessanti e più o meno famosi , quale ti piace di più e qual è un artista a tuo parere da seguire?
Sul blog di Urban Lives possono emergere qua e là i miei gusti personali ma, pur raccontando spesso l’arte urbana in prima persona, non voglio influenzare i miei lettori, al massimo guidarli (spero sempre di più) alla scoperta di artisti e realtà meno note e meno seguite a livello mediatico.
Gli artisti preferiti poi sono davvero tanti… fare una selezione sarebbe una tragedia! Vi invito allora a scovare nuovi artisti leggendo i miei articoli o a seguire i miei spostamenti alla ricerca della street art per una chiacchierata dal vivo.
Nel futuro prossimo quale sarà l’evoluzione di Urban Lives e quale nuova realtà ci farete conoscere?
Per il futuro prossimo abbiamo in cantiere diversi progetti ambiziosi, che speriamo ci consentano di esplorare, analizzare, raccontare ancora più approfonditamente la scena dell’arte urbana nazionale. Diciamo per ora che speriamo di essere sempre più in prima linea, anche supportando, promuovendo o organizzando eventi nazionali.