L’arte è nella mònnezza e viceversa
Detto francamente, sono profondamente deluso che un’idea del genere non sia stata partorita da un mente partenopea di cui tanto declamiamo le lodi per l’infinito estro e creatività. La verità è che Napoli, proprio ora che i cumuli di spazzatura avevano raggiunto il loro massimo splendore, per quantità accumulata si intende, si è lasciata sfuggire una grande occasione, quella di poter diventare la sede naturale della più grande installazione d’arte contemporanea mai realizzata al mondo. Ma facciamo un passo indietro.
Nel 2008 l’artista Adrian Kondratowicz con base a New York dà il via a questo suo progetto d’arte pubblica chiamato “TRASH: anycoloryoulike“, dice lui, per l’abbellimento degli spazi urbani e per la sensibilizzazione verso le questioni ambientali. Il progetto consiste nella diffusione di sacchetti della spazzatura, disegnati dallo stesso artista, in vari quartieri della città di New York che nel giro di pochi giorni hanno trasformato brutte e maleodoranti pile di spazzatura in vivaci sculture colorate grazie al coinvolgimento dei cittadini chiamati a sostituire i tradizionali sacchetti neri con quelli offerti dall’artista. Ma la cosa non finisce qua.
Quello del sacchetto dell’immondizia glam sta diventando un vero e proprio business, Adrian Kondratowicz sarà sicuramente un creativo ma ha ben chiaro il senso degli affari ed ha pertanto attivato la produzione e la vendita in serie dei suoi sacchetti “firmati” di cui sta sfornando progressivamente nuove collezioni. Ora l’intuizione non sta tanto nell’aver pensato ad un sacchetto “griffato” ma nell’aver anticipato cosa potesse accadere una volta che questi sacchetti fossero arrivati nelle case della gente comune. L’opera d’arte infatti nasce come atto spontaneo compiuto sistematicamente e quotidianamente da centinaia di persone abituate a portare fuori casa i sacchetti della spazzatura. Tornando a Napoli ed alla sua annosa questione rifiuti, come si fa a non immaginare quale spettacolo sarebbe potuto venire fuori se le migliaia di tonnellate di spazzatura accumulate in queste ultime settimane fossero state meticolosamente avvolte in questi sacchetti colorati?
Tanto più grave era l’emergenza tanto più spettacolare sarebbe stato l’effetto finale di quest’inconsapevole installazione d’arte urbana, che almeno nella città di Napoli, avrebbe raggiunto dimensioni bibliche. La cosa che mi rammarica di più è che questo espediente di sicuro non avrebbe aiutato nella risoluzione del problema, ma almeno la stampa internazionale avrebbe avuto qualcos’altro da raccontare oltre alla nostra incapacità di smaltire rifiuti.
Per chi volesse saperne di più e volesse fare incetta di sacchetti griffati: anycoloryoulike.biz