L’ultimo pasto secondo Henry Hargreaves
Tre sono le certezze che abbiamo sui gusti di Henry Hargreaves, gli piacciono le belle donne, il cibo e le cose da bambini, come i giocattoli.
In effetti, queste sono le cose che piacciono a tutti gli uomini ma non tutti sono creativi come lui, o almeno non tanto da inventarsi un progetto fotografico di tette in 3D, uno di videogiochi e affini impanati e fritti e uno di “competitività democratica”.
Hargreaves è un fotografo neozelandese naturalizzato a Brooklyn, iperproduttivo e davvero geniale. Ha viaggiato molto nel Sud-Est asiatico e poi si è ritrovato in Europa a fare il fotomodello, dopo quattro anni passati al di là dell’obiettivo è volato negli States per riprendere in mano la macchina fotografica.
Tra i tanti suoi lavori uno davvero molto affascinante è The Death Row Last Meal, una serie di still life che immortalano l’ultimo pasto di alcuni condannati a morte statunitensi.
In realtà non è proprio così, in quanto i pasti che appaiono nelle foto sono solo delle riproduzioni organizzate e interpretate dal fotografo in base a quanto accaduto ad alcuni celebri condannati a morte.
Victor Feguer iniezione letale in Florida, un’oliva con il nocciolo. Ronnie Lee Gardner, quarantanove anni, Utah, furto, rapimento e omicidio di due persone. Ucciso da un plotone di esecuzione il 18 giugno 2010. Il suo ultimo pasto è stato aragosta, bistecca, torta di mele, gelato alla vaniglia. Tutto consumato davanti alla proiezione della trilogia de “Il signore degli anelli”.
John Wayne Gacy ha chiesto dodici gamberetti fritti, un cestino di KFC, patatine fritte, il tutto suggellato da fragole. Prima della condanna era stato gestore di tre KFC. Nel frattempo, serial killer Timothy McVeigh – che è stato imprigionato per 168 accuse di omicidio – per saltare la rete ha optato per due pinte di menta di gelato al cioccolato e chip.
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