Le gioie e i motori di Simon Davidson
Simon Davidson è un fotografo australiano conosciuto principalmente per la sua ossessione per i motori, ossessione che si manifesta in una forma decisamente mozzafiato. Gli scatti di Davidson, infatti, immortalano situazioni ad alto tasso adrenalinico: corse, officine e quindi oggetti e poi spettatori e sudore e sospiri, ma soprattutto burnout.
La pratica del burnout è una particolare manovra che “che deriva dal mondo delle corse, le cosiddette drag racing o corse di drag, dove questo sistema permette alle gomme di giungere velocemente alle alte temperature richieste per avere il maggior potere di aderenza possibile e permettere una migliore partenza subito dopo. È possibile trovare, nelle piste per le gare di drag, uno spazio riservato con asfalto liscio ed asciutto, il ‘burnout box’, dove effettuare i burnouts prima della gara” [fonte Wikipedia].
Col passare del tempo il burnout è diventata una vera e propria “moda” fino a diventare una competizione sportiva diffusa soprattutto in Australia e Nord America. In seguito al crescente interesse nei confronti di queste competizioni sono nate vere e proprie gare che, a causa degli alti costi degli pneumatici e di auto create appositamente, hanno attirato l’interesse di sponsor e hanno dato vita a vere competizioni regolate da regole precise e da giudici specializzati.
Se non lo aveste ancora capito, la pratica succitata consiste nel creare una grande nuvola di fumo facendo slittare le ruote posteriori dell’auto sull’asfalto. Generalmente questo tipo di manovra, almeno in Italia, è tipica dei truzzi ma in Australia, invece, ha un grande valore ed è molto apprezzata soprattutto se viene realizzata con auto a trazione integrale, con trazione posteriore o anteriore è molto più semplice.
L’interesse di Davidson però, non si è limitato alle drag race ma si è concentrato su altri tipi di competizione automobilistica o altre che coinvolgono motociclette, auto d’epoca e biciclette, insomma, ruote a gogo. In pochi altri casi invece, il suo interesse si è spostato sul fattore umano, come per esempio il Mt Liebig Project oppure sulla natura come in South Island.
Il risultato dei suoi lavori sono immagini piene di fumo con colori brillanti e un evidente fascino verso le automobili che ritrae come se fossero belle donne o ragazzacci scapestrati. Anche quanto il soggetto principale non è un’auto la passione per queste è evidente. Lavori bellissimi sono Bonneville Salt Flars, una competizione sul Salt Lake, oppure 6th Street Cycles e Portrait One. Non sono un’appassionata di motori ma davanti a queste immagini mi sono davvero esaltata. Godetevi le immagini.
Simon Davidson | sito