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Le tribù urbane di Mattia Zoppellaro

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Mattia Zoppellaro è un giovane fotografo italiano con un curriculum di tutto rispetto, i suoi scatti sono finiti sulle pagine di importanti magazine del calibro di XL, Photo, Colors, GQ, El Pais semanal etc. La prima volta che ho visto alcune delle suoe foto sono rimasto letteralmente ipnotizzato dalla particolarità dei soggetti e dall’intensità dell’immagine che ne veniva fuori. Era proprio il caso di scambiare quattro chiacchiere con lui, ed ecco che cosa ci siamo detti.

dirty-dancing di Mattia Zoppellaro

ziguline: Ho scoperto le tue foto sfogliando un vecchio numero di COLORS, mi è piaciuto molto il tuo reportage sui ragazzi stesi a terra stremati dalle “fatiche” di un rave. Poi spulciando tra i tuoi lavori mi sono reso conto che hai una certa passione per le cosiddette “tribù metropolitane”. Da dove nasce questo interesse per questo genere di soggetto?

Mattia Z.: voglio fare una breve premessa…Io non sono assolutamente credente, ma ho sempre provato una forte fascinazione estetica per la gente che lo e’. adoro le processioni religiose, con i fedeli che seguono il prete in raccolta preghiera…cosi’ come sono colpito dai colori dei tifosi allo stadio, o dai movimenti quasi-coreografici della gente ad un concerto metal…non voglio assolutamente paragonare queste situazioni diversissime, cio’ che mi ispira e’ il convolgimento emotivo della gente, che porta al senso di aggragazione…da qui il mio interesse per le cosiddette “tribu’ urbane”, anche se non adoro il termine…

dirty-dancing di Mattia Zoppellaro

ziguline: Non voglio farti fare il sociologo, ma personalmente mi sono sempre chiesto cosa spinga i ragazzi che anche tu spesso ritrai, ad identificarsi con uno specifico gruppo, movimento, stile fino ad adattare, e certe volte anche a modificare il proprio aspetto, a quelli che sono i canoni della propria “tribù”. Che idea ti sei fatto in proposito?

Mattia Z.:credo che chiunque in un modo o nell’altro appartenga ad un gruppo…e, chi piu’ o chi meno, alteri la propria apparenza per aderirvi…dalla compagnia di punks con la faccia tatuata, ai neo-yuppies milanesi col cayenne…

gods-of-metal di Mattia Zoppellaro

ziguline: Su quali altri stili metropolitani ti è capitato di indagare durante il tuo lavoro di fotografo?

Mattia Z.: ho fotografato i metallari, i bikers, i ravers, i tifosi, i religiosi…

ziguline: Le persone sono il tuo campo d’osservazione principale, a quanto sembra. Nei tuoi ritratti troviamo soggetti che appartengono a diverse classi sociali e di ogni età, dal ragazzino all’ottantenne, dall’intellettuale a gente che vive per strada. Il tutto mi sa molto di antropologico, mi sbaglio?

Mattia Z.:mi piace fotografare cio’ che mi e’ estraneo o che conosco poco, o ancora meglio, per nulla…non fotografo quasi mai le persone a me vicine, siano esse la mia famiglia o i miei amici…forse perche’ li sento gia’ un po’ miei…o magari per quella vecchia frase di groucho marx-freud-woody allen, per cui “non farei mai parte di un club che comprendesse me tra i suoi membri”…

porn-fair di Mattia Zoppellaro

ziguline: Devo dire che il tuo approccio alla fotografia mi piace molto. I tuoi reportage producono immagini molto autentiche, forse perché vanno a rappresentare storie e personaggi reali della società contemporanea. Ti senti più a tuo agio con questo genere di fotografia o in studio con luci artificiali e modelli da posa?

Mattia Z.:non fotografo mai in studio, non mi piace pianificare la luce, lo sfondo, ecc… mi piace non avere il controllo totale della situazione, l’imprevisto, trovo che sia il vero fascino della foto, senz’altro e’ la peculiarita’ di questo mezzo…

ziguline: Che genere di fotografia ti piacerebbe trovare sulle riviste che oggi abbondano nelle edicole e nelle librerie Italiane?

Mattia Z.:mi piace ogni tipo di fotografia se fatta con personalita’…anche se non scatto paesaggi adoro Ghirri o Atget…pero’ non mi diverto a scattare cose immobili…

mexican-emos di Mattia Zoppellaro

ziguline: Mi è piaciuto l’aneddoto che hai raccontato in occasione di una tua intervista sul sito swear-london.com riguardo al tuo battesimo alla fotografia, ce lo vuoi raccontare anche a noi?

Mattia Z.: e perche’ parlarne ancora? te ne racconto uno nuovo, come ho cambiato la mia macchina fotografica: stavo fotografando al concerto degli stooges, dove ero sotto il palco…alzando il mio lungo braccio arrivavo dritto in faccia ad Iggy, piazzandogli la macchina proprio a 5 cm dal naso…lui mi guarda incazzato, ma io continuo a scattare in questa posizione…allora dopo avermi gentilmente mostrato il suo dito medio, ha volteggiato in aria il suo microfono prima di lanciarlo contro la mia povera vecchia eos 50, maciullandola…

ziguline: Dal 2003 vivi in inghilterra, come mai questa scelta di lasciare l’Italia?

Mattia Z.:non ho mai lasciato l’italia, torno per lavoro almeno ogni 2/3 settimane…ho cominciato a lavorare in inghilterra forse perche’ il mio modo di fotografare era piu’ adatto alle testate musicali, che oltremanica abbondano.

scared-people di Mattia Zoppellaro

ziguline: Immagino che un paese come l’Inghilterra offra molte più opportunità ad un giovane ed ambizioso fotografo come te. Mi sbaglio?

Mattia Z.:magari ci sono piu’ opportunita’, pero’ c’e’ moltissima concorrenza.

ziguline: Senti, mi farebbe molto piacere essere ritratto da te. Che faccio mi raso lasciandomi una bella cresta e appena sono pronto ti richiamo?

Mattia Z.:trovo molto piu’ trasgressiva la giacca a quadri col farfallino a righe.

Per saperne di più:

www.myspace.com/mattiapunx

mattia-z.com

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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