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L’ennesimo caffè

Si parla di:

Start. Word. Clic. Wow…nuova pagina in bianco! come lenzuola appena cambiate, fresche, pulite, così nuovi pensieri tipografati nel foglio digitale prendono vita e forma, ansiosi di non perdersi nella discesa al braccio, fin giù al dito che gli donerà forma di testo…oggi mi vesto Time New Roman, ed in questo modo adorniamo i nostri sacri pensieri. Infaticabile…guarda, guarda bene, Si! Lì cazzo davanti a te, la Signora del Tempo! Come un maestro d’orchestra che dirige sinfonie, la lineetta intermittente è lì, pronta a scandirti il tempo, instancabile di fare il suo dovere, che una frase l’hai appena finita ed una nuova aspetta di essere iniziata. Il suo monotono movimento binario però stimola poco le giovani menti, “Diapason muto”, ci hai rotto i coglioni! Sempre lì a segnare e puntare il dito, non ti fai mai i cazzi tuoi, vecchia portinaia di condominio.

Oggi i miei pensieri viaggiano con un blues anni ’30, sinfonie che tu non potrai mai minimamente capire, incollata come sei al tuo muro di zeri e di uno. Mercenaria di Word, fai bene il tuo lavoro, non fai errori, ma dietro di te, è meglio non guardare, è meglio non vedere quanti sbagli hai lasciato irrisolti. Pagine piene di tratteggi in rosso, ferite aperte, adesso non c’è tempo, solo alla fine ci sarà la resa dei conti e si risolverà tutto. Sola non sei niente, come il Gatto e la Volpe, te ne vai a braccetto con Controllo Ortografia!…sta’ stronza! ma chi cazzo ti credi di essere, vieni, esci fuori che ne parliamo! Appunto, parole. Ti senti superiore a tutti col tuo sapere programmato spesso fuori luogo e denso di equivoci…Che! Vuoi che dica quello che tu vuoi! Che cambi i miei aggettivi!! Giammai!!! Word…parole tra noi cantavano, ma tu, tu ti imponi nel mio testo senza che me ne accorga e serpe silenziosa domini le mie maiuscole e minuscole, i miei tratteggi beffandoti delle mie liriche. Ho sempre preferito la musica improvvisata di un talentuoso artista alla lettura dello spartito di un mostro sacro. Io posso fare a meno di tutti voi, io mi sono fatto da solo! E non ho bisogno dei tuoi consigli! Adesso ho una posizione, ho un buon lavoro, mangio nei migliori ristoranti e bevo il miglior caffè di importazione. Io…sono qualcuno, sono libero e non devo correggere le scritture di nessuno né dare consigli. Linietta…sei sempre lì, mi dai fastidio, intermittente arrogante e ingorda di parole, non hai ancora capito che io vivo del libero arbitrio, vedi perché siamo diversi, perché io mi faccio i cazzi miei e vivo delle mie cose, ma tu no, tu senza di me non sei un niente, non esisti. Io do un senso al tuo pulsare vuoto, come una casa d’appuntamento senza clienti. Prova a “salvarti” e datti un nome e mettiti in un posto semplice e facile da trovare, falla semplice quanto vuoi, ma senza il calore della mia anima e il fuoco delle mie parole, Tu!.. tu non vali un cazzo!!! Guardati ti agiti in una pagina vuota che verrà cestinata, te ne andrai indiscreta come un cinese che muore in Europa. Senti, ho già sprecato troppe parole con te, non vali la pena, parlare di te è come essere giudicati da una giuria corrotta. Sbirro venduto, fai il tuo lavoro e non puntarmi il dito e lasciami finire il mio caffè, l’ennesimo, buono e straniero.

Start e chiudo.
Testo di Francesco Licitra

Guest Author

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Questo è il suo articolo n°144

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