Liturgia del porno disegnato
La malinconia della matita estetica di Costantini ritorna alla real life del mondo digitale con questo sguardo posato sulle icone del porno nella rete.
Fatto ormai consolidato da statistiche e voyeuristiche condanne, il porno impera in rete e detiene incontrastato le vette delle ricerche per parola on-line in tutte le lingue.
La realtà dei corpi si dissimula nello sguardo gelido dello schermo e i contatti volano facendo schizzare le statistiche dei siti. Guardare, ma non toccare raccomandavano le nonne. E ora lo sguardo si accende planetario su corpi in posizioni plastiche che mettono alla prova le ore di disegno dal vero dei disegnatori indagatori come Costantini.
Come recensire, senza ansie di moralizzazione, questa rappresentazione dell’irreale sesso desiderato da parte dell’umanità, come elaborare una forma di bellezza e straniamento, senza cadere nella trappola della cruda ricostituzione delle parti, con forme inebrianti di connivenza ripetitiva?
Il disegnatore Costantini ripercorre con il sistema a lui più congeniale del recettore che trasferisce in una matita docile che immobilizza un tempo che non c’è, mettendo insieme tags, parole d’ordine, brevi canovacci di storie che non ci sono. Perché se c’è un filo comune al porno in qualsiasi forma mediatica esso si configuri, è proprio l’assenza quasi completa della storia, della sequenza, per concretizzarsi nell’atto, nell’infinitesimo minuto del rapsodico momento di un corpo desiderato e assente.
Ed è l’assenza, la costanza nella ricostruzione dell’essenziale che diviene malinconia, liturgia per chi vuole attrezzarsi ad attraversare la mistificazione del soggetto. Una mistica rappresentazione per soggetti che non aspettano catarsi.
Costantini continua da Ravenna attraverso il suo attivismo internazionale a collezionare bottoni per aprire porte di ricerca sul visivo, utilizzando carta e matita, non disdegnando il mondo che con lui è nato. Espone dal 1991, ed è stato pubblicato su riviste e pubblicazioni mainstream e autoprodotte in lingue che vanno dal finlandese al portoghese, all’inglese al serbo. Nel 2010 ha esposto al Salon du Dessin Contemporaine di Parigi al Louvre per la seconda volta e ha pubblicato una storia per «Le Monde Diplomatique».