Luca M., acquerelli, disegni, un libro
Un ovale del viso svuotato dei lineamenti, tanti capelli neri che diventano un tutt’uno con la barba folta. Da Laszlo Biro sceglie di presentarsi così Luca M., con una mostra in cui, forse come non mai, è disposto a mettersi a nudo. Lascia da parte i panni di Lucamaleonte, gli stencil che lo hanno portato al riconoscimento nel panorama internazionale dandogli l’occasione di confrontarsi con artisti come Banksy. Lascia da parte il lavoro meticoloso del bisturi che un livello dopo l’altro gli permette di creare con cura maniacale immagini iperrealiste, e tira fuori dal cassetto un personalissimo l ibro d’artista. 250 copie numerate e firmate, nato da un blocco di disegni ad acr il ico, tutti in bianco e nero, realizzati nell’estate del 2009, che racconta un periodo cupo, di crisi d’identità, artistica e non solo. Tra i temi dominanti, non a caso, la metamor fosi, volti che si allungano, si deformano fino a prendere sembianze animali, uomini-uccello, uomini-squalo, uomini-lupo. Un bestiario che ha come protagonista lo stesso Luca M. che compare a sorpresa tra le pagine stravolto da una risata o accecato, come nelle Memorie di cieco di Derrida, dal suo strumento di lavoro. Anche scheletri e teschi, iconografia ricorrente della street art, hanno qui un carattere più intimo, di estrema fragilità. A fianco a questo “diario di una crisi”, una nuova sfida. Luca M. sperimenta una tecnica per lui completamente nuova, l ’acquerel lo, e traccia un’altra sfaccettatura, più leggera, del suo autoritratto d’artista. Un joystick, una birra, sigarette e cartine, e poi le serie “pixelate” dedicate ai video giochi di culto, Monkey Island, Street fighter, e ancora gli invincibili personaggi di He-man. Passioni, ricordi, manie, c’è tutto l’immaginario nerd di un ragazzino cresciuto tra gli anni ’80 e ’90, mai veramente digerito e superato, ultimo baluardo, per ognuno, contro maturità e responsabilità. Si assume un bel rischio Luca M. con questa deviazione originale, quasi privata, un passo necessario perché anche Lucamaleonte possa proseguire più sicuro il suo percorso. E anche la scelta del luogo non è casuale, Laszlo Bi ro è una realtà atipica e aperta, collettivo, spazio espositivo, laboratorio di idee, nuovo, molteplice e già attivissimo. È l’incontro riuscito tra due progetti volutamente inconsueti.