Lui, Lucamaleonte
Sappiamo di lui che è romano ma lo conoscono anche a Parigi e a Londra, è nato nel 1983 a quanto pare, è di certo uno dei più talentuosi esponenti della urban culture romana, è uno dei maestri della stencil Art sin dal suo esordio nel 2001. Ha partecipato ad esposizioni personali e collettive, nonché alla Ziguline Poster Edition ma ogni tanto si cimenta anche con tele e acquerelli.
Cosa sappiamo davvero di Lucamaleonte? Reduce da una personale a Laszlo Biro, “Luca M. – Acquerelli, disegni, un libro” in cui mostri un’altra identità, un altro artista che si confronta con tele e acquerelli. Come avviene e perché il passaggio dalla stencil art alla pittura?
Diciamo che il termine passaggio non è corretto, perché implica la fine di una cosa e l’inizio di un’altra. In realtà è stato semplicemente uno spostamento dai binari sui quali sta andando la mia ricerca tematica, tecnica e formale. Le opere esposte da Laszlo Biro sono frutto di differenti periodi della mia vita, i disegni inseriti nel libro che ho presentato durante l’esposizione risalgono ad un periodo abbastanza nero, di stravolgimenti, emotivamente molto faticoso, di qualche anno fa. Sono stati concepiti proprio con l’idea di realizzare un libretto, quasi come un diario di quel momento di crisi, li ho portati con me per molto tempo prima di decidermi a stamparli definitivamente, come per mettere un punto finale al progetto. La mostra da Laszlo Biro me ne ha dato l’occasione.
Gli acquarelli, invece, sono molto più recenti, e sono decisamente diversi da quella che è la mia poetica solita, diciamo che descrivono il mio lato più adolescenziale, che difficilmente emerge sia dai miei lavori che dal mio carattere.Mentre i disegni in bianco e nero del libro parlavano di metamorfosi ed ossessioni un po’ morbose, gli acquarelli sono a colori, hanno tematiche che riportano alle mie fisse da ragazzino, che ancora coltivo, ma in privato. L’idea del libro e della mostra era proprio quello di tirare fuori una seconda identità parallela, Luca M. appunto, lontana da quella dello stencil artist, ma molto più personale ed intima.
In ogni caso, con questo non ho mai smesso di tagliare stencil, anzi, a breve avrete mie notizie.
Hai partecipato a mostre e collettive nazionali ed internazionali confrontandoti spesso con realtà diverse da quella del panorama della street art romana. Come ti sentiresti di giudicare quest’ultima?
Guarda, il mio giudizio al momento può essere solo quello di uno spettatore esterno molto ben informato dei fatti, dato che non faccio cose per strada da un bel po’ di tempo. Diciamo che dopo un periodo di languore ho l’impressione che qualcosa si stia muovendo, con uno valore decisamente più alto del solito. Ho sempre trovato la scena romana un po’ provinciale, molto legata alle radici della città (e come poter fare diversamente), ma soprattutto molto chiusa rispetto alla mentalità europea, che ho percepito durante i miei viaggi, e qualitativamente non eccellente. In questo momento mi sembra che le cose stiano cambiano, sempre molto lentamente, e sempre molto alla romana, ma per lo meno stanno cambiando.
Qualche giorno a Roma c’è stato uno scontro tra street artist della capitale, un episodio in cui si è mischiato arte e politica. Come ci si sottrae a questo binomio?
Premetto dicendo che nell’occasione delle manifestazioni del 14 maggio, penso che lo scontro sia stato sacrosanto. Non sono mai stato interessato a fare arte politica, non so se lo sarò in futuro. Come persona mi schiero, ovviamente, ma non credo che sia obbligatorio veicolare un messaggio di tipo socio-politico se si lavora nel mio campo. C’è chi lo sa fare molto bene, e allora è giusto che continui su quella strada, ma c’è anche chi, seguendo alcuni esempi un po’ troppo da vicino, rende il tutto un po’ banale e squallido, senza dire niente di interessante e realmente rivoluzionario, con ironia o serietà, che colpisca nel segno. È in questo modo che mi sottraggo da questo binomio, nelle mie opere parlo liberamente di me, delle mie sensazioni, della mia vita, se facendo così faccio politica ben venga, se così non fosse mi sta bene uguale.
Non si sta bene, non si vive bene, e questo emerge dai miei lavori, se poi lo spettatore vuole leggerci dietro un malessere sociale nessuno glielo impedisce, ma potrebbe anche pensare semplicemente che io sia una persona piena di ansie ed ossessioni, piena di manie che non mi fanno vivere serenamente. Penso che si faccia politica anche decidendo di non farla, che anche questo sia un messaggio. Io al momento sono disilluso e stanco, e contemporaneamente molto spaventato, per il presente e per il futuro.
Quali sono le tue fonti di ispirazione in un mondo in cui l’apparire è d’obbligo?
Qualche tempo fa ti avrei risposto con molta sicurezza, a questa domanda, al momento lascio che sia il caso ad ispirarmi. Ho un milione di idee al momento, non molto tempo per realizzarle, ma ci sto comunque provando, alcuni progetti sono già completi nella mia testa, mentre di effettivamente realizzato c’è ben poco. Mi lascio prendere dalle cose che vedo, fondamentalmente, e passo la mia vita cercando di vedere più cose possibili, proprio per questa ragione. In questo specifico momento sto guardando molti manuali scientifici di qualche secolo fa, i bestiari soprattutto, anche se ormai sono in una fase più “realizzativa”, diciamo che l’ispirazione per alcuni progetti l’ho già avuta, la sto facendo fruttare.
Quali sono le tre cose che non devono mancare a Lucamaleonte durante l’esecuzione di un’opera?
Magari fossero solo tre, sono un ossessivo compulsivo, e mentre lavoro devo avere sempre alcuni punti di riferimento fissi, altrimenti lavoro male, perdo tempo, mi distraggo. Le prime tre cose che mi vengono in mente sono il mio bisturi, il computer per ascoltare e seguire film e serie tv mentre taglio gli stencil, una sedia comoda.
Quali sono i progetti per il futuro?
Al momento sto lavorando a due mostre, una a Parigi insieme a Diamond, nella galleria Rue de Beauce, in collaborazione con MondoBizzarro, che aprirà a fine giugno, ed una personale a Roma, alla galleria MondoBizzarro, che inaugurerò a metà luglio. Le due mostre saranno legate dal punto di vista tematico e alcuni lavori saranno molto simili tra loro. La componente stencil sarà molto presente in entrambe le esposizioni, non vedo l’ora di mostrare i nuovi lavori, sono decisamente diversi dai miei stencil realizzati in passato e sono curioso di sapere cosa ne penserà la gente. A me, ovviamente, piacciono da morire.
Rivoluzione, a questo termine è legato il numero di maggio di ziguline. A te cosa fa venire in mente?
Rivoluzione mi fa pensare a quanto ce ne sia bisogno ora, in tutti i campi, ed a quanta pigrizia c’è. È tutto fermo e di rivoluzioni neanche l’ombra, la strategia del sonno sta funzionando alla grande, e non nego di esserne vittima per primo io stesso. In termini più personali, credo che la vera rivoluzione, quella che provo a vivere ogni giorno, sia quella di saper cambiare continuamente punto di vista, sapermi porre in maniera critica rispetto su tutto, soprattutto su di me, provare a tenermi desto, in qualunque modo possibile. La rivoluzione nell’arte, ormai, ho smesso di aspettarla.
Per chi volesse saperne di più: lucamaleonte.blogspot.com