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Marina Abatista e il peso di un Mi piace

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Io personalmente penso che ne avremmo bisogno un po’ tutti. Un bel foglietto illustrativo che ci aiuti a relazionarci, innanzitutto con noi stessi. Le relazioni, diciamolo, sono una cosa meravigliosa, ma anche un rompicapo non da poco; croce e delizia di un’intera esistenza, sono una fonte di rendita inesauribile sì, ma per gli analisti. Gli esperti dicono che siamo ingranaggi progettati con grande fantasia, mai che ce ne fosse uguale all’altro o uno funzionante al cento per cento. Introiettiamo manie, attitudini e comportamenti che per codificarli, ed eventualmente accettarli, impieghiamo minuti, ore, giorni, mesi ed anni, senza comunque mai avere garanzie da far rivalere in caso di eccessiva difettosità. A venire in nostro aiuto con un’operazione leggera, simpatica e che fa sorridere dal primo all’ultimo ritratto è Marina Abatista, fotografa milanese che ha chiesto agli amici di realizzare un proprio “libretto” di istruzioni. Non un libretto di istruzioni classicamente inteso, sia chiaro, ma un qualcosa in grado di esprimere e rispecchiare il proprio mood personale. Una sorta di indizio da regalare come chiave d’accesso o, al contrario, un consiglio: “guarda, proprio non ti azzardare”. Dopo il gioco di sguardi ad intermittenza che si è instaurato fra me e i ritratti/dittici che ho di fronte, incontro Marina e la curiosità è davvero troppa, non posso non chiederle: “ma il tuo di libretto delle istruzioni”?

 

Marina Abatista

 

Il mio libretto delle istruzioni è solo nella mia testa, e continuo a cancellare e correggere in continuazione. No, non l’ho mai realizzato fisicamente perché il mio obiettivo era spingere gli altri a rifletterci su, realizzarne uno loro, e fotografarli. Non amo gli autoritratti e non amo la mia faccia dall’altra parte dell’obiettivo.

 

Come hanno reagito gli amici a cui hai chiesto per primi di interpretare se stessi?

 

All’inizio con grande entusiasmo, poi si sono presi del tempo per riflettere e molti di loro sono entrati in crisi, altri si sono dati alla macchia, alla fine solo la metà sono sopravvissuti, e si sono fatti fotografare. La cosa che un po’ mi fa sorridere è che in fondo loro, i primi, l’hanno fatto del tutto inconsapevoli di quanta esposizione avrebbe avuto il progetto, e con lui la loro faccia e le loro istruzioni per l’uso.

 

 

Ci sono ritratti che hai scartato?

 

No, non ne ho scartato nessuno: sul tumblr ci sono (o ci saranno) proprio tutti. Per la mostra ho dovuto fare un po’ di soluzione per questioni di budget e di spazio, ma è stata una delle cose più difficili che io abbia mai fatto.

 

Dopo la mostra alla Casa delle Città Leopolda di Pisa e quella che ha inaugurato lo scorso 26 aprile allo spazio Santeria di Milano, hai intenzione di portare in giro il tuo progetto? Aggiungerai nuovi ritratti?

 

Mi stanno proponendo di portare la mostra in altri posti, e credo che lo farò, ma non c’è ancora nulla di certo. Vi terrò aggiornati! Nel frattempo sto continuando a fotografare, sì, e magari per le prossime esposizioni potrei aggiungere altre stampe.

 

 

Quanta gente ti ha scritto per farsi fotografare?

 

Oddio, non le ho contate… 60/70 persone? Forse di più. Solo che poi molti non si presentano all’ultimo minuto, oppure sono troppo lontani e non riusciamo a organizzarci. Però insomma tanti, sì.

 

L’immagine, che sia quella del profilo o quella di copertina, mixata con stati, tweet e svariati repin è il modo di esprimerci, farci conoscere ai tempi di Facebook e questa è cosa tristemente nota. E’ vero, secondo te, che soffriamo un po’ tutti di una sorta di ansia da prestazione mediatica? Quale è il peso di un “mi piace”?

 

Secondo me ci sono due aspetti che paradossalmente convivono nella nostra vita sui social network: da un lato l’incoscienza e la leggerezza con cui ci esponiamo e raccontiamo aspetti anche molto intimi della nostra vita, dall’altro quella che tu chiami “ansia da prestazione”, per cui conta quasi più un mi piace su Facebook di un abbraccio dal vivo. Tutto secondo me sta nel circondarsi sempre e comunque di persone vere, e prendere tutto il resto come un gioco.

 

 

Istruzioni per uscirne?

 

Uscire.

 

Ciao Marina e spero di prendere presto un Mojito con te, pare che ti piaccia e anche a me, in fondo, non dispiace affatto.

 

Istruzioni per l’uso è in mostra a Milano in Santeria (via Ettore Paladini, 8) fino al 9 maggio. La foto di gruppo è di Cecilia Vigano. Il video di presentazione di Laila Sonsino: https://vimeo.com/38610961. L’intera galleria è disponibile istruzioniperluso.tumblr.com/.

Marianna Fazzi

scritto da

Questo è il suo articolo n°13

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