Medicated, donne e medicinali fotografati da Richard Kern
Richard Kern mi sta un po’ sul cazzo perchè, essendo io donna e in sovrappeso, rigetto molto quest’idea di femmina malaticcia ma comunque bona che comunica. Al di là dei problemi personali di accettazione del proprio corpo e della perversa idea sociale di donna che si è fatto negli anni Kern, non si può non riconoscere il suo grande talento in fatto di fotografia.
Al Cabinet di Londra, dal 12 febbraio al 21 marzo, in mostra ci sono le immagini di Medicated, progetto realizzato tra il 2010 e il 2014 e che vede protagoniste come sempre giovani donne.
Spigolose o meno, attraenti o no, nude o poco svelate, le donne di Medicated si mostrano tutte con le loro “drugs”, le medicine di cui fanno uso quotidianamente.
Le ragazze sono state tutte immortalate nei loro appartamenti, elemento molto importante secondo il fotografo che ha cercato di ritrarre i suoi soggetti nel bagno o nella loro camera da letto nel caso degli anticoncezionali.
Il motivo è semplice, la dipendenza da medicinali si contestualizza bene all’interno del bagno tra dentifricio e spazzola per capelli, un ambiente quotidiano che rende l’idea di addiction ma di matrice contemporanea, moderna e pulita, in un certo senso.
L’idea della serie è nata da una conversazione con una ragazza che lavorava per lui, qualche anno fa. Gli aveva detto di sentirsi nervosa per aver preso troppo Adderal, da lì è nata una riflessione sui medicinali e una ricerca che è poi sfociata in questa serie di ritratti. Kern, infatti, dopo questo episodio si è reso conto di come tra i ragazzi sia usuale assumere medicinali in maniera maniacale e spesso a scopo puramente “ricreativo”.
I medicinali sono nella vita degli americani sin dall’infanzia, quando vengono imbottiti di Ritalin (che in realtà oggi è stato sostituito proprio dall’Adderal) per passare poi ad antidepressivi, sonniferi e ansiolitici. Tra l’altro, attorno alle dipendenze dai medicinali, usati spesso come vere e proprie droghe, si è inoltre sviluppato un mercato nero abbastanza interessante.
Nonostante l’ampia riflessione che ha portato Kern a dare vita a Medicated, lui sostiene che con questo lavoro non vuole comunicare niente in particolare ma solo mostrare dei ritratti. Beh, devo dire, che è venuto meno il suo proposito di neutralità, infatti, per me comunica intanto uno spaccato sociale, la bellezza femminile (maledetto Kern!) la capacità di entrare in contatto con il soggetto e chiaramente un interesse verso l’umanità.
Oltre alle fotografie, Kern ha realizzato anche un documentario in cui ha intervistato 10 delle ragazze interrogandole sui medicinali di cui fanno uso o di cui facevano uso da bambine e sulla loro vita quotidiana. Questo lavoro è stato, come prevedibile, al centro di diverse discussioni, in quanto, le ragazze intervistate sono spesso persone con problemi psicologici e l’uso della loro immagine non sempre è stata vista come “political correct”.
Insomma, odio un po’ Kern perchè quando fotografa queste ragazze le rende speciali, al di là delle convenzioni estetiche, ma ammiro davvero molto il suo lavoro.
Richard Kern | sito