Memus/Terrae Motus alla Reggia di Caserta
Il prato antistante la Reggia di Caserta, complice un bel cielo grigio, potrebbe apparire facilmente uno di quegli spazi verdi che in mezza Europa si riempiono di visitatori e turisti. Ad ogni modo è necessario utilizzare il condizionale perchè questo terreno incolto ha ben poco del prato dell’Altes Museum di Berlino o dello Stedelijk di Amsterdam. Eppure, pochi musei possono vantare lo scenario, le opere, gli arredamenti, le fontane e l’immenso giardino della Reggia.
La collezione di Lucio Amelio è una delle ultime acquisizioni che accrescono il valore del palazzo, riproposta nella mostra Memus/Terrae Motus, dal 27 marzo al 3 giugno. Seguendo le fotografie-documento di Luciano Romano che, con un’intuizione illuminante, dagli anni ‘80 decise di registrare l’attività del Teatro San Carlo, incontriamo gli abiti di scena e le incredibili scenografie di Mimmo Paladino, Rauschenberg, Paolini, Kiefer, Luigi Ontani.
Nella collezione del museo del Teatro San Carlo di Napoli, il MeMus, si confrontano gli artisti che hanno interpretato i capolavori dell’opera e della danza con scene e costumi immaginifici. A vedere da vicino gli allestimenti teatrali la cosa che colpisce é il senso di trucco svelato. La mostra trasporta lo spettatore dietro le quinte e la magia del teatro viene spogliata dalle luci di scena, dalla musica d’orchestra e dall’aura sacra. Ad accogliere il visitatore, oltre al tripudio di marmi e di arredamenti regali è la presenza fallica e ambigua di un enorme Garibaldi-centauro-ermafrodita che Luigi Ontani ha creato per l’opera “Garibaldi en Sicile” di Marcello Panni.
Altrettanto riconoscibile lo stile di Mimmo Paladino per il “Tancredi” di Rossini interpretato dalla regia di Toni Servillo. E proseguendo ce ne è per tutti i gusti, dal lirico Kiefer, al caotico Rauschenberg, fino al neoclassico Paolini.
Occorre qualche altro motivo per andare a Caserta?
Testi di Luciana Berti.
Reggia di Caserta | sito