Micro Festival, editori in miniatura
Giuliana Tammaro e Marco Nicotra sono dei microeditori, il progetto di lei è BRANCHIE il progetto di lui è BOLO Paper. Ma che vuol dire essere microeditori? Ce lo spiegano con il MICROfestival a Milano.
Da anni Giuliana e Marco viaggiano per l’Italia e per il mondo per incontrare chi come loro è un editore in miniatura, ma solo ad agosto nasce l’idea di un festival a Milano: i viaggi hanno portato a contatti e conoscenze ed è ora di metterli a frutto. In pochi mesi vengono selezionate 23 realtà microeditoriali, di cui 7 straniere, tramite una call for action e alcune chiamate specifiche, e vengono strette amicizie ed accordi che portano all’organizzazione del festival grazie ai ragazzi di Artkitchen http://artkitchen.org/.
C’è un sito: www.microfestival.com,una location pazzesca, il Superground www.superground.org, e tanta bella gente.
12-13-14 Ottobre: gli spazi di Superground si riempiono di addetti ai lavori e di curiosi, desiderosi di scambiare idee, o semplicemente di bere una birra e ascoltare un concerto e magari (come me), bisognosi di fare un regalo di compleanno all’ultimo minuto.
All’ingresso per fortuna incontro Giuliana, c’è molta gente e tra i banconi dove libri, fanzine, magazine, cartoline, stickers, poster, e tanto altro sono esposti stuzzicando la mia curiosità riesco a farle qualche domanda e a strapparle qualche risposta. In realtà lei è più che entusiasta di rispondere e io, che non riesco a starle dietro, sono costretto di seguito a riassumere quanto mi viene detto:
“Cosa distingue un microeditore da un editore ‘tradizionale’?”
“I microeditori lavorano in miniatura per formato e tiratura ma fanno un gran lavoro: pensano, realizzano, distribuiscono e promuovono il loro lavoro, tutto da soli! Sono liberi da costrizioni imposte dagli schemi della grande editoria, e proprio per questo riescono ad esprimere la loro creatività. Tuttavia nel tempo i migliori microeditori detteranno l’estetica che in futuro sarà punto di riferimento degli editori più grandi.
“Perché il nome MICRO?”
“Oltre a voler porre l’accento sull’attività che caratterizza tutti gli ospiti di questo festival, inizialmente voleva essere un acronimo del tipo Mi-cro facendo risaltare il fatto che si svolgesse a Milano. Poi io e Marco abbiamo iniziato a pensare in grande: speriamo di realizzare un’edizione all’anno, non solo a Superground, non solo a Milano.”
A proposito di Milano, cos’è questo?
“Questo è il prodotto finale di ‘Lost in Milan’: un workshop autofinanziato sull’auto-editoria in 3 puntate che si è svolto presso Spazio Medionauta (sempre a Milano). Siamo riusciti a raggiungere i 24 partecipanti, abbiamo fornito loro tutti i materiali necessari ed ognuno di loro ha realizzato la propria fanzine. Le migliori doppie pagine sono poi state selezionate per la pubblicazione. Da qui ‘Lost in Milan’ che si pone in continuità con’ Lost in Berlin’ e ‘Lost in London’, due prodotti editoriali realizzati da Marco, e che arriva appena prima di ‘Lost in Catania’ l’ultimo progetto realizzato da me durante un viaggio in Sicilia.”
E proseguendo nel nostro giro ecco il banco di Marco:
“Marco: cos’è BOLO Paper?”
“BOLO Paper è l’insieme dei miei progetti editoriali, di cui il principale è, appunto, Bolo: 50% di miei contenuti, 50% di contenuti di altri grafici e illustratori nazionali e internazionali, da me selezionati attraverso call for action tramite il blog www.bolomagazine.com e poi rieditati secondo una unica linea editoriale. La prima edizione ‘Bolo 1 : Stars are indispensable’ è stata stampata in 1500 copie ed è stata distribuita (a mano) in tutta Europa; la seconda edizione’ Bolo 2: Dreams are indispensable’ è stata stampata in 500 copie e contiene, tra gli altri, i sogni di Giuliana da lei raccolti in un quaderno e da me tradotti in immagini. Dove si trova? A Milano in Santeria, in Libreria Corraini, al Piccolo Teatro, in alcuni Libraccio, in Triennale … a Roma? Per il momento solo una volta l’anno preso CRACK al Forte Prenestino.”
A questo punto Giuliana e Marco sono travolti dagli impegni derivanti dalla loro condizione di organizzatori e io inizio a curiosare tra i vari banchi, e a informarmi sugli eventi collaterali delle varie giornate:
MICRO-fai-da-te: strumenti del mestiere a disposizione, ci si può cimentare cimentarsi nella creazione di una fanzine vera e propria pronta in pochi minuti.
MICRO-fattelo: performance live di personalizzazione del corpo in cartone della lampada progettata dai designer di Fattelo!
(Foto Microfattelo)
MICRO-pedìa, laboratorio sull’autoproduzione di un piccolo libro d’artista a cura di Studio Arturo.
MICRO-scartoria, laboratorio di sartoria con carta riciclata.
MICRO-rama, laboratorio.
MICRO-talk.
MICRO-live musicali.
Terminato il giro mi bevo una birra, parlo con le mie amiche di Modalità Demodè (www.modalitademode.com) non si perdono un evento dovunque esso sia, mi mangio una mela grazie allo sponsor della serata e mi dedico alla ricerca del regalo per il quale sono venuto.
Questa volta l’hanno proprio fatta piccola, anzi MICRO!
Per saperne di più: