Mike Giant celebra l’Italian style
Avete ancora qualche giorno di tempo per andare a visitare la mostra attualmente in corso alla galleria Antonio Colombo di Milano dedicata a quel mostro sacro di Mike Giant dal titolo “Welcome to Frisco”. A coloro i quali il nome Mike Giant non dicesse nulla posso solo ricordare che stiamo parlando di uno dei più noti writer, tatuatori (anche se ormai in pensione), ed illustratori made in U.S.A. degli ultimi trent’anni. Personalmente sono sempre stato un fan delle tavole su carta di questo artista originario del New Mexico poi trasferitosi a San Francisco, il cui universo simbolico ed iconografico che caratterizza la gran parte dei suoi lavori ha a che fare con la cultura punk-rock, lo skate, i logogrammi tailandesi ed attenzione, attenzione, il culto riverente e profondo per la bici.
Avete capito bene, dopo, teschi, pistole, diavoli e serpenti, è proprio quel veicolo a propulsione muscolare umana costituito da un telaio cui sono vincolate due ruote allineate una dietro l’altra e dotato di un sistema meccanico per la trasmissione della potenza alla ruota motrice e tutto il suo infinito universo di simboli, accessori ed elementi mitologici ad essere puntualmente celebrato nelle opere di un’artista che è anche testimonial di uno dei marchi italiani di bici da pista più prestigiosi nel mondo e stiamo parlando della mitica Cinelli. A noi potrà sembrare strano ma in America andare in bici è una cosa seria e lo è per circa 58,7 milioni di ciclisti attivi (dati del Bicycle Market Research Institute) per i quali questo mezzo di trasporto rappresenta spesso la prima forma di indipendenza e di mobilità all’interno della società anche perché è la più economica, la più comoda e pratica per muoversi in città. Per molti la bici oltre ad essere un mero mezzo di locomozione è innanzitutto un modo di essere e di concepire la vita, è insomma l’espressione di un preciso pensiero culturale, non dimentichiamoci che proprio in città come San Francisco è nato il cosiddetto movimento Critical Mass.
Ma la cosa secondo me più interessante è che al centro di questo fenomeno culturale tutto americano legato al culto della bici che poi viene celebrato da artisti di fama internazionale come Mike Giant è proprio l’Italia a giocare un ruolo fondamentale grazie alla presenza indiscussa di marchi come Bianchi o Cinelli che ci restituiscono un po’ di quell’orgoglio perduto di cui abbiamo tanto bisogno noi italiani esiliati in patria.