Miniera – Ritratti del Tempo, un progetto di Incipit, Collettivo Fx e Fabiano Caputo
Tornare a Sapri è sempre un piacere, e i motivi sono tanti. Il primo è che si tratta di un angolo del Cilento, quieto e rilassante, con il mare che ti invita a fermarti, a goderti le bellezze naturali e lasciare da parte almeno per un po’ la proverbiale frenesia dei tempi moderni. Il secondo è che i ragazzi di Incipit, progetto artistico-sociale nato come evoluzione del festival Oltre il Muro, offrono sempre un’accoglienza grandiosa. Il terzo è che, quando ci vado, trovo sempre qualche avvenimento importante da celebrare. No, non parlo di Natale o Pasqua ma di Miniera – Ritratti del Tempo, una mostra dedicata alle opere di Collettivo Fx e di Fabiano Caputo. Ve la racconto.
Cominciamo con il capire che Sapri è un piccolo paese campano, dunque non si nutre di avanguardie e locali all’ultima moda ma gode di beni quali la natura, la tradizione e l’arte dell’accoglienza. Quest’introduzione serve a spiegarvi il valore del progetto Miniera, che nasce dalla volontà di valorizzare il più grande patrimonio al momento in possesso degli abitanti di Sapri, ovvero gli anziani.
“Un vecchio che muore è una biblioteca che brucia” dice un vecchio proverbio africano e racchiude perfettamente l’obiettivo del progetto, che lungi dal vivere quest’esperienza in modo nostalgico, ha coinvolto un fotografo, un artista e 28 persone comuni over 60.
Il prodotto finale è una mostra, ma il vero progetto è stato l’atto materiale e rivoluzionario di andare a disturbare questi 28 anziani detentori della cultura locale e popolare del paese (dei paesi in realtà) e lasciare che le due/tre generazioni entrassero in contatto.
Il percorso costruito attraverso il dialogo e attraverso il racconto della propria vita, intesa come esperienze personali e collettive, ha permesso di produrre una serie di disegni a cura di Collettivo Fx, una serie fotografica con ritratti a cura di Fabiano Caputo e un intervento di arte pubblica nel cuore di Sapri.
Il filo conduttore delle opere è la memoria e la volontà di mantenere viva l’identità di queste persone e di conseguenza quella collettiva attraverso l’arte declinata in diverse forme.
Partecipare all’opening della mostra è stato davvero un’esperienza, perché gli ospiti principali e più attesi erano proprio loro, i protagonisti del progetto, che i ragazzi di Incipit hanno atteso come delle star e che l’incontro con i quali è stato quasi commovente.
Interessante la reazione dei “personaggi” che si rivedevano ritratti col caffè su carta o fotografati in un momento di distrazione, semmai, rapiti dal proprio racconto personale.
Insolito o forse no, questo evento ha aperto nuovi mondi a giovani e anziani, perché ha abbattuto la solita barriera sociale tra le varie generazioni e ha trasmesso la voglia di riscoprire e riscoprirsi e di raccontarsi e raccontare, ma soprattutto, di condividere esperienze.
Come sottolineato nella pubblicazione che accompagna il progetto, a Sapri, ma anche nei paesi limitrofi, le case di riposo quasi non esistono e il divario sociale e comportamentale solito delle grandi città qui non ha ragione d’esistere perché le persone di maggiore età vengono ancora e fortunatamente viste come una fonte di saperi e persone con un ruolo sociale importante e insostituibile.
Non so cosa smuoverà Miniera nei prossimi tempi, non so se cambierà qualcosa nel modo di vedere gli anziani a Sapri o nelle grandi città, fatto sta che questo progetto è riuscito a dare un senso al concetto stesso di “progetto artistico” e vale la pena parlarne o, perché no, andare a trovare i ragazzi di Sapri per conoscere le loro idee e i progetti realizzati sinora.
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