Siamo stati alla mostra Yuri è HOPNN
Yuri è HOPNN è un evento realizzato dal laboratorio Laszlo Biro in collaborazione con il Mace di Roma nei suoi locali che si trovano nel cuore del Pigneto, ovvero uno dei quartieri romani che conservano ancora quel carattere tipicamente popolare molto caro al nostro indimenticabile Pier Paolo Pasolini.
Ma chi è in realtà Yuri? Street artist romano di adozione ma originario di Chiaravalle, Ancona, classe 1981, adora alternarsi tra poster, adesivi e cornici, ha partecipato alla manifestazione Strike the Street lo scorso anno, ma è anche illustratore ed ideatore assieme ad altri della rivista “Il Piatto”. Yuri è soprattutto alterego di HOPNN con cui firma le sue opere a cielo aperto, l’ideatore di quella formula alfanumerica con cui ha imbrattato i muri e le menti della nostra capitale gloriosa, ovvero +BC = -CO2, un invito più che esplicito ad utilizzare la bicicletta per gli spostamenti.
La sua fuga dalla convenzionalità che ostacola il nostro pensare e agire lo rende inquieto e sognatore, Yuri è artigiano della sua fantasia con cui costruisce le sue biciclette e il mondo che gira intorno ad esse, egli fa della sua espressività un connubio di colori e forme che escono fuori dall’apparenza e lanciano un messaggio più che artistico e più che sociale. E l’evento di cui vi stiamo parlando in queste righe è un esempio tangibile della doppia identità dell’artista.
La mostra, che potete visitare fino al prossimo 19 marzo, è un omaggio alla creatività di Yuri attraverso un’esposizione di tele raffiguranti soprattutto biciclette unite a figure umane e animali che sembrano personaggi scelti appositamente per slogan pubblicitari e sociali per un mondo ecosostenibile.
I colori scelti dall’artista per le sue realizzazioni sono per lo più il bianco neutro della tela che fa da sfondo alla scena rappresentata, un terreno fertile su cui far scivolare il colore nero delle sue biciclette e quel tocco di rosso che rende tutto più vivace e lascia un’impronta sulla tela, un suggello dell’artista sulla sua opera.
Il linguaggio utilizzato da Yuri, molto sintetico per alcuni versi e caricaturale in alcune circostanze, è il mezzo espressivo che riesce a cogliere e rappresentare in arte quel grigiore cittadino raccolto nei palazzi e nell’asfalto che viviamo e respiriamo quotidianamente nelle nostre metropoli. Roma è al centro dei suoi lavori, con il suo traffico, le sue strade e i suoi abitanti. E in questa mostra Yuri ci offre un modo diverso di vedere e respirare il mondo circostante, il suo mondo, uno spazio mentale in cui l’arte elabora immagini e tali immagini sono un attacco immediato alla convenzionalità imperante; soggetti diversi si prestano alla sua creatività: un uomo con intorno tante minuscole biciclette che formano un cerchio intorno al suo corpo, il quale diventa la fabbrica da cui esse vengono forgiate; il Colosseo circondato e invaso da infinite migliaia di auto, la svastica realizzata con biciclette di ferro minuscole, un lavoro da certosino, ricorda il vero significato di quel simbolo attribuito ad esso da popolazioni antiche, ovvero la fertilità, la predisposizione e la capacità di vedere un futuro migliore.
Ma Yuri non è solo questo. Yuri è HOPNN. Un’altra identità o forse il rovescio della stessa medaglia.
Difatti, la sua arte si manifesta anche con altri pensieri, altri colori e forme mescolati sulla tela che creano un labirinto cromatico in cui si il nostro sguardo insegue strade e percorsi alternativi. Così, in molte opere diverse per composizione e soggetto da quelle finora descritte, la superficie diventa lo scenario dadaista di una fitta rete di corrispondenze tra immagini catturate dall’esterno, dal suo mondo tangibile e ciò che si manifesta nella parte del cervello predisposta alla creazione e all’elaborazione di spazi lontani dalla contingenza. La versatilità di Yuri o HOPNN è il segno con cui egli rovescia il nostro mondo distorto.
Se ancora non lo avevate capito Yuri è HOPNN, HOPNN è Yuri in cirillico.