MP5 racconta Of Changes, una mostra e un libro che parlano di caos
Of Changes è il titolo della personale di MP5, inaugurata il 20 febbraio nei favolosi spazi della Wunderkammern di Roma. Ho approfittato della mostra per fare qualche domanda alla protagonista di questo evento che e nelle righe che seguono, ci parla di questo suo nuovo progetto e di tante altre cose molto interessanti, nonché di street art e di cosa le piacerebbe occuparsi in futuro.
Vi invito a vedere i suoi nuovi lavori dal vivo, in mostra fino al 24 marzo, e intanto vi auguro buona lettura!
Iniziamo dal titolo della mostra, “Of Changes”. Raccontaci il perché del titolo e se e come è collegato al tuo volume che presenterai proprio in questa occasione, “Changes”.
Il libro Changes e la mostra Of Changes, a cui ho iniziato a lavorare in contemporanea, fanno entrambi parte dello stesso progetto, e sono il risultato della mia ricerca in quest’ultimo anno. Il titolo prende spunto da il Libro dei Mutamenti, detto anche I CHING . Il leitmotiv del progetto è l’esperimento e la pratica legata alla casualità; da tempo sentivo l’urgenza di ragionare sulla crisi politica e culturale del mondo Occidentale che coincideva anche con un mio periodo di grandi cambiamenti, anche stilistici. L’I-Ching e la filosofia del Caos sono diventati un viatico perfetto per me per approcciare questi elementi.
Quali supporti e materiali hai utilizzato per le tue opere presentate in questa personale?
La mostra è composta da circa 20 opere di diverso formato realizzate su pannelli di legno, più una serie di disegni realizzati a china.
Raccontaci qualcosa invece a proposito del lavoro outdoor nel quartiere, che realizzerai proprio per questo evento.
Il lavoro che realizzerò prosegue il mio studio sull’aspetto monumentale degli interventi nello spazio pubblico. Mi ispiro alla classicità come esempio più alto dell’arte pubblica e monumentale e provo a lanciare un ponte tra l’antichità e l’arte pubblica contemporanea. È un aspetto della mia ricerca che ho affrontato anche nella mostra da Wunderkammern e che sarà presente anche nell’intervento che farò a Torpignattara.
Sei un’artista versatile e multidisciplinare. C’è qualche campo che ancora non hai esplorato?
Ultimamente sto sentendo l’esigenza di lavorare maggiormente sul video, un media che ho iniziato a sperimentare in passato ma che poi ho lasciato da parte. A febbraio 2015 ho realizzato una video installazione dal titolo ESAGRAMMA 45, presentata all’Auditorium di Mecenate di Roma, e ho capito quanto senta nelle mie corde questo tipo di lavoro.
Secondo te come è cambiato il modo di percepire l’arte urbana nella Capitale?
In questi ultimi anni Roma ha visto nascere diverse associazioni ed eventi legati all’arte urbana, seguendo un po’ l’ondata che è in voga in tutto il mondo. Purtroppo, insieme all’esposizione mediatica a volte non ho visto crescere sufficiente attenzione nella cura e nella preparazione dei lavori realizzati.
Nei tuoi lavori predomina l’uso del bianco e del nero che qualche volta, come nei lavori presentati alla prima edizione del Cheap Festival, si mischiano a venature colorate. Cosa rappresenta questa contrapposizione nelle tue opere?
Nonostante abbia sempre concentrato il mio lavoro sull’uso del bianco e del nero ho sempre dato molta importanza al colore, e proprio per questo lo uso solamente in occasioni specifiche.
Progetti futuri?
Ho diversi progetti in cantiere, ma prima di parlarne vorrei terminarli.
Tutte le foto sono di Antonio Sena.
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