Mudyi, l’installazione degli Orizzontale al Mukanda Festival
Nei primi giorni di Agosto, in terra del Gargano di Puglia, si è tenuta la prima edizione del Festival Mukanda. Lo abbiamo segnalato negli eventi da non perdere in quanto non poteva sfuggirci nè la line up musicale curata da Raffaele Costantino di Musical Box che vedeva nomi del calibro di Mo Kolours, Dj Khalab, Paul White, Clap!Clap!, Debruit, Harmonious Thelonious e Rabih Beaini nè potevano passare inosservate le attività legate alla scoperta enogastronomica, paesaggistica ed ambientale del territorio. Inoltre non potevamo non notare la collaborazione con l’Altrove Festival e gli interventi di street art affidati a Tellas e Sbagliato. Ma ancor di più ha suscitato il nostro interesse l’invito da parte degli organizzatori rivolto al collettivo di architetti Orizzontale e quindi ne abbiamo approfittato per fare loro qualche domanda e capire meglio chi sono ma anche per farci raccontare qualcosa di più sul workshop realizzato per il Mukanda con l’aiuto di un pò di foto.
Come nasce il collettivo “Orizzontale”?
Orizzontale nasce dalla volontà di allargare lo sguardo sulla ricerca architettonica, testare nuove strategie ed approcci che vedevamo applicati da altri collettivi/studi in Europa in contesti che parallelamente vivevamo come abitanti anche noi a Roma. Ci siamo conosciuti nella facoltà di architettura della Sapienza di Roma. Per la maggiore parte di noi il rapporto era diretto: eravamo compagni di corso o amici. L’idea di fondare Orizzontale matura alla fine del 2009, concretizzandosi a Marzo 2010 con la prima azione al Pigneto: “Le Orecchie di Giussano”
Cosa è cambiato per il vostro percorso professionale dopo avere vinto il premio Yap Maxxi 2014 con l’installazione 8 1/2 ?
8 1/2 è stato uno dei più importanti risultati della nostra vita professionale. Il salto rispetto ai progetti precedenti è stato notevole. Ci ha permesso di osare di più e di immaginare un’infrastruttura relazionale completa: una grande macchina che abitasse e facesse abitare lo spazio pubblico.
La risonanza internazione di YAP MAXXI ci ha fatto raggiungere nuovi contesti europei, sui quali stiamo lavorando tuttora. I progetti sono diventati più complessi e, allo stesso tempo, più stimolanti. Alcuni ci vedono coinvolti come progettisti, su altri il nostro ruolo mantiene un respiro più ampio. Autocostruzione, riciclo e intervento temporaneo processuale sono il cuore della nostra ricerca e si inseriscono in un filone progettuale che negli ultimi venti anni è cresciuto parecchio in Europa.
Ci svelate qualche progetto prossimo venturo?!?
Stiamo lavorando ad un allestimento per lo Steirischer Herbst a Graz in Austria, un festival d’arte che da 40 anni propone sperimentazioni nei diversi campi dell’arte. Ci occuperemo dell’allestimento del festival zentrum con una riflessione sui meccanismi di trasferimento dell’eredità culturale tra le diverse generazioni. In pratica, costruiremo una stazione spaziale dentro un edificio del Seicento!
Per Roma il nostro obiettivo ora è trovare una ricollocazione per il materiale di 8 1/2, in un progetto di spazio pubblico che veda coinvolti il Comune, attori culturali e cittadinanza, siete dei nostri?
E il workshop per il Mukanda?
L’idea dietro il Mukanda festival ci è subito piaciuta, un gruppo di giovani che decide di riprendersi il centro storico della propria città in semi-abbandono. Abbiamo quindi deciso per il nostro workshop di condensare questa volontà in un oggetto simbolico/monumentale: un totem. Mudyi nasce quindi come avamposto di riattivazione in una strategia a più ampio respiro e fa riferimento all’albero sacro sotto il quale si svolge in Africa il rito del Mukanda, cerimonia che segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. L’efficientissima squadra del workshop composta sia da persone di Vico del Gargano sia da studenti di architettura di altre parti d’Italia ci ha permesso di entrare immediatamente nello spirito del paese e adesso non vediamo l’ora di poter tornare e continuare la riattivazione!
Le foto del workshop per la realizzazione di Mudyi sono di Pasquale D’Apolito.