Neal Peruffo ci parla di A-onE Project, art on earth
Neal l’ho conosciuto perché entrambi amiamo andare in giro per mostre ed eventi artistici pseudo mondani. Ho ritenuto una buona idea fargli un’intervista perché lui è uno di quelli che appena uscito dall’accademia si è rimboccato le maniche e ha cercato qualcosa da fare. Tra fotografia e arte contemporanea Neal si è conquistato un suo spazio nell’ambiente artistico napoletano, o perlomeno, ci sta lavorando sopra. In questa intervista ci parlerà del suo progetto artistico virtuale, di come l’ha concepito e di come intende svilupparlo. Il progetto è un po’ difficile da capire all’inizio, in particolare per me che conservo ancora qualche atavica resistenza contro la tecnologia, ma una volta afferrati i meccanismi è tutto un piacere. Per fortuna, l’artista ci ha messo a disposizione tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno, quindi godetevi l’intervista e poi tutti a smanettare su Google Earth.
Ciao Neal! Allora, chi sei?
Sono un artista trentunenne originario di Procida, mi sono formato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Utilizzo vari media e a volte li combino tra loro. La forma espressiva che preferisco è l’installazione, soprattutto se multimediale, partecipativa e concettualmente/fisicamente ambientale.
La mia ricerca si basa sui meccanismi, concepiti sia dal punto di vista estetico (grafico/materico), sia intesi come processi: sociologici, psicologici, scientifici ecc.
Ho partecipato a un buon numero di esposizioni collettive e la mia prima personale si è tenuta nel febbraio di quest’anno presso la galleria Overfoto di Napoli con il lancio, curato da Diana Gianquitto, dell’opera-azione web “A onE project”.
Ci parli un po’ di “A onE Project”, Art on Earth?
“A onE project” è un opera-azione web multipiattaforma che sfrutta le enormi possibilità offerte da“Google Earth”, qui gli artisti hanno la possibilità di collocare nel “paesaggio” le proprie installazioni ambientali in realtà inesistenti. L’intento di “A onE project” è di mantenere la fruizione di queste opere nell’ambito cui appartengono, quello virtuale appunto. Le immagini degli interventi potenziali di land art, che possono essere fotomontaggi o modelli 3D (SketchUp), sono caricate su “Google Earth” e posizionate nei luoghi per cui sono state pensate. Il titolo delle immagini, presenti sul globo virtuale, riporta il nome dell’operazione artistica, (A onE project), il sito di riferimento (www.aoneproject.com), il nome dell’artista ed il titolo dell’opera raffigurata. Il sito, sul quale non sono presenti immagini, permetterà di recuperare informazioni riguardanti le opere inserite in “Google Earth”.
Ciò che ritengo più interessante è la possibilità di “pescare” i propri fruitori dagli abituali utenti del programma, che vi si possono imbattere casualmente e decidere di iniziare quest’avventura artistica sparsa per il mondo.
Com’è nata questa idea e insieme a chi la stai realizzando?
“A onE” nasce inizialmente come soluzione ad una problematica personale, quando partecipando alla XIII B.J.C.E.M. (http://www.bjcem.org) nel 2008 mi è stata negata la possibilità di realizzare fisicamente la mia installazione e mi sono dovuto accontentare, per l’ennesima volta, di esporre un progetto, un fotomontaggio dimostrativo. Così mi è venuta l’idea di mantenere la fruizione di queste opere nell’ambito cui appartenevano, quello virtuale, “Google Earth” si è dimostrato il “luogo” ideale per la mia iniziativa.
Sono l’unico autore dell’opera-azione ma ho uno staff che mi aiuta e che devo ringraziare: Marina Vinto (Responsabile testi), Juliana Fisichella (Traduttrice), Giacomo Lapati (Webmaster) ed Enzo Calibè per il logo.
Sto portando avanti il progetto insieme alla galleria Overfoto di Donatella Saccani, dove abbiamo inaugurato/lanciato l’operazione.
Vai nel dettaglio e spiegaci come funziona il programma e quali sono le opere d’arte visibili attraverso il portale.
In realtà “A onE” non è un programma ma è una semplice procedura che chiunque può eseguire, è un’interazione con più siti e software online; io mi comporto come un normale utente, o meglio, come più utenti coalizzati. L’operazione si avvale di un sito ma questo è principalmente un database privo d’immagini, il centro dell’operazione è “Google Earth”.
Credo sia il caso di descrivere come utilizzare il sito.
Il sito può essere usato dal “pubblico” per recuperare informazioni sull’operazione stessa (HOME e PROJECT), per seguire le attività e i progressi dell’operazione (LOGBOOK), per prendere contatto con lo staff e l’autore (CONTACTS), ma soprattutto per conoscere gli artisti e le opere che partecipano al mio progetto e scoprire la posizione di tali opere su “Google Earth” (GUEST ARTISTS).
Chi vuole partecipare creativamente a “A onE project” trova il bando di partecipazione alla pagina APPLICATION FORM.
Le opere che partecipano al progetto “A onE” sono interventi ambientali site-specific virtuali, che possono essere di qualunque natura: pittorica, scultorea, installativa e anche performativa.
Un requisito fondamentale delle opere è il loro dialogare fisicamente e/o concettualmente con il luogo geografico in cui sono inserite, quindi, non sono semplicemente delle opere esposte all’aperto.
Gli interventi sono composti generalmente da più elementi; quando sono caratterizzati da un singolo elemento, questo ha dimensioni monumentali.
Qual è stato il riscontro del progetto nell’universo artistico napoletano, a mio avviso un po’ chiuso ai giovani non figli d’arte/papà?
La maggior parte dei visitatori del sito www.aoneproject.com e degli artisti che hanno partecipato sono campani; devo dire che c’è stato un ottimo riscontro sul territorio locale.
C’è da dire che “A onE project” non si limita all’area locale ma è un’operazione di respiro internazionale.
Il sito è multilingue (essenzialmente in inglese e italiano), gli artisti devono necessariamente esprimersi in inglese ma possono aggiungere la traduzione dei loro testi nella loro lingua di appartenenza.
Sfruttando “Google Earth” gli interventi possono essere visibili da tutti e in tutto il mondo e le opere degli artisti possono essere collocate in qualunque angolo del globo (virtuale, s’intende).
La popolarità internazionale del progetto dipende dalla quantità dei partecipanti, delle opere inserite e dalla posizione degli interventi sull’intero pianeta (per esempio Mauro Rescigno ha realizzato un intervento ambientale in Groenlandia e al Polo Sud).
Quanto ha contato per te l’esperienza all’Accademia delle Belle Arti di Napoli nella realizzazione di A onE project?
Mi sono formato all’Accademia, di conseguenza tale esperienza influenzerà sempre i miei lavori ma nello specifico di “A onE project” non saprei poiché ho finito gli studi nel 2005. Devo dire, però, che un primo riscontro positivo l’ho avuto proprio all’Accademia di Napoli, presso il Corso triennale di Nuove Tecnologie dell’Arte del professor Franz Iandolo, con il quale abbiamo organizzato un incontro/discussione aperto al pubblico.
Ok, può bastare ma prima di lasciarci illuminaci sui tuoi/vostri progetti futuri.
Il mio obiettivo adesso è di aumentare la visibilità di “A onE project” e, di conseguenza, degli artisti che vi partecipano, attraverso presentazioni presso musei, gallerie, associazioni di tutto il mondo, già ho preso contatti con Berlino e Copenaghen. Cercherò, inoltre, di inserire la mia l’opera-azione all’interno di esposizioni collettive, ce ne sono molte dedicate ai new media. Gli eventi di presentazione del progetto saranno accompagnati da application form apposite; senza dimenticare che in realtà si può partecipare a “A onE project” in qualunque momento.
Attualmente sono alla ricerca di uno sponsor che mi permetta di migliorare e gestire più agevolmente il sito e tutta l’operazione.
Per saperne di più: www.aoneproject.com; myspace.com/nealperuffo