Non stiamo qui a pettinare le bambole
La mostra di Roberto Silvestrini Garcia si inaugura il 25 maggio e costituisce la sesta e ultima tappa del ciclo di mostre “Il Prossimo Mio” presso la Galleria Whitecubealpigneto – Opening, ore 19.00 Venerdì 17 giugno alle ore 19.30, a chiusura del ciclo di mostre, performance dell’attore Massimo Napoli dal titolo “Pezzo di cosa rotta” Roma, 25 maggio 2011 – A conclusione del 2010, proclamato Anno Europeo della Lotta alla Povertà e all’Esclusione Sociale, è partito il progetto “Il Prossimo Mio”, un ciclo di sei mostre realizzato con il contributo della Provincia di Roma, in cui 8 artisti sono stati invitati ad esprimersi con la propria arte sugli 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio, per gridare l’urgenza di una comune presa di coscienza e di responsabilità verso il prossimo che è mio e l’altro che mi è prossimo.
Artefice del progetto, la Galleria Whitecubealpigneto che, traendo ispirazione da Malevich, mette a disposizione il proprio spazio: un quadrato bianco e uno sfondo bianco che si lasciano modellare di volta in volta dall’opera dell’artista. Sesta e ultima mostra del ciclo è NON STIAMO QUI A PETTINARE LE BAMBOLE, progetto artistico in cui Roberto Silvestrini Garcia invita a riflettere sul 6° Obiettivo di Sviluppo del Millennio: combattere l’HIV/AIDS, la tubercolosi, la malaria e le altre malattie infettive. Il testo critico è di Sguardo Contemporaneo. Media partner dell’iniziativa sono Radio Popolare Roma, MarteLive e Iscos Cisl. Roberto Silvestrini Garcia, artista e designer venezuelano, da molti anni opera in Italia ed è apprezzato per l’originalità delle sue creazioni. La mostra ripercorre tre momenti dello studio condotto dall’artista sulle bambole, scovate nel luoghi più diversi – a Napoli tra il pattume, ad Amburgo in un’elegante vetrina e a New York – e trasformate, riassemblandone i pezzi, in oggetti di curiosità e di un desiderio malsano. La mostra gioca, oltre che con il mutare delle bambole, con la trasformazione dello spazio espositivo in scatola- contenitore, che rende lo spettatore parte integrante di questo gruppo spietatamente smembrato.
«Le bambole di Silvestrini Garcia frantumano l’immagine comunemente condivisa di bambola innocente e bella. Le sue bambole non parlano di dolcezza, ma urlano disperate “guardate come siamo ridotte!” – commenta Rossella Alessandrucci, direttrice artistica della Galleria Whitecubealpigneto e ideatrice del ciclo di mostre “Il Prossimo Mio” – Attraverso l’esibizione di parti del corpo, membra e teste di bambole contenute in scatole di cartone, l’artista denuncia l’uso esclusivo del corpo come icona del desiderio, in cui tutto può essere modificato e l’unicità dell’essere umano viene sacrificata alla logica dei pezzi di ricambio… con tutto ciò che questo comporta sul piano socio-culturale e,
non ultimo, sul piano della salute personale».