Numero Zero, la storia del rap in Italia
Domenica 22 maggio siamo stati a BOOST016, il primo happening organizzato da RapBurger ed Elita al Teatro Franco Parenti di Milano con l’obiettivo di “supportare tutti uniti il rap italiano”. Oltre a jam, conferenze e showcase delle migliori etichette rap italiane, esibizioni di b-boys ed mc’s di tutte le età, in programma c’era anche la proiezione di Numero Zero, il documentario che racconta la golden age dell’ hip hop italiano, vincitore di due premi al Biografilm Festival 2015 di Bologna. Per quasi due ore abbiamo scelto di estraniarci dalla musica “suonata e cantata” live ed intraprendere un viaggio nel passato per seguire la traccia che va dalla nascita di questo movimento che esplode per poi in un certo senso implodere, almeno nella prima fase.
Personalmente, da grande appassionato di rap nostrano, ero molto curioso (a tratti anche ansioso) di vedere questo lavoro perché, avendo vissuto quegli anni da spettatore adolescente cresciuto in un piccolo paese di provincia del Sud, ho sempre fatto molta fatica a mettere insieme i pezzi. Internet non esisteva ancora, i negozi di dischi erano pochi e poco forniti, ma la curiosità era tanta e ad alimentarla c’erano il passaparola e le cassettine duplicate.
In questa produzione di Withstand e Zenit Arti Audiovisive, il regista Enrico Bisi ha voluto raccontare come l’onda della cultura hip hop, che negli Stati Uniti si era già affermata in tutte le sue forme (writing, MCing, DJing e B-boying), arriva in Italia alla fine degli anni ’80, contaminandosi e lasciandosi contaminare dalle realtà più autentiche e sperimentali. In quegli anni il paese sta affrontando una transizione importante, la situazione politica è confusa, ci sono temi nuovi come l’immigrazione di massa, l’eroina dilaga nelle strade ed il fuoco della lotta di classe non è ancora del tutto spento: il rap in quanto forma di protesta trova subito terreno fertile.
Sono i reali protagonisti di questa “rivoluzione” a raccontare, accompagnati dalla voce fuori campo di Ensi, la propria esperienza; di come tra mille difficoltà sono riusciti a creare qualcosa di nuovo prendendo in parte spunto da quello che succedeva oltreoceano, pur non avendolo vissuto in prima persona e con un background completamente diverso, barriere linguistiche comprese.
Nel giro di pochi anni, il rap esplode e dai centri sociali e dagli scantinati raggiunge il grande pubblico, arrivano le major discografiche ed il marketing delle aziende prova a sfruttare il fenomeno, qualcosa però inizia a vacillare: molti di quei pionieri si mettono in discussione, alcuni scelgono di dedicarsi ad altro, qualcuno abbandona la scena, altri rimangono “dietro le quinte” fino ad oggi, quando il rap diventa mainstream ed assume un ruolo centrale nei diversi talent musicali fino ad arrivare al successo al Festival di Sanremo.
Oltre a contributi video e foto d’archivio, registrazioni amatoriali inedite e storici videoclip ci sono le interviste a Colle der Fomento (Danno & Ice One), Sottotono (Fish, Tormento), Assalti Frontali, Frankie Hi-NRG, Neffa, Kaos One, Fritz Da Cat, Fabri Fibra, J-Ax, Deemo, Dj Double S, Albertino e Esa a fare da colonna portante rappresentando il vero valore aggiunto.
Numero zero rappresenta un documento importante per quanti non hanno vissuto quegli anni o che semplicemente all’epoca ascoltavano altro, la visione è piacevole perché parlando del fenomeno in maniera allargata e ripercorrendo quegli anni attraverso i racconti spontanei dei protagonisti, lo rendono fruibile anche per chi di rap ne sa poco o nulla (testato sulla mia compagna!).
Se avete voglia di vederlo “in sala”, il prossimo 10 giugno verrà proiettato al The Island’s Revenge Fest di Palermo, altrimenti se preferite sprofondare comodamente nel divano potete acquistare il DVD.
Tutte le foto sono di Bruno Taranto.