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Oggi si parla finalmente di Hip Hop

Si parla di:

‪15 Saint Mary’s Road, London, ecco dove mi trovo oggi ed ecco dove questo articolo prende forma. Siamo nella migliore pizzeria di Londra, Pizzeria Santa Maria, fondata e gestita da due “original uaglioni” napoletani che con l’hip hop ci sono non solo cresciuti ma ne hanno fatto una ragione di vita e di sugoso contorno al proprio lavoro.

Loro sono Angelo Ambrosio, cresciuto nell’ambiente musicale come produttore, nonché membro del progetto Nevrotype di Napoli ed il mio “socio in affari” e dj di questo articolo Pasquale –Paki-Chionchio, uno di quelli che mastica Hip Hop dall’88, un “fanzine maker”, uno dei membri dell’Ordine del Pariamiento (con Paura, Callister e Castigo), un organizzatore di eventi speaker radiofonico. È lui che ci guiderà, attraverso i pezzi selezionati, nella vera storia dell’Hip Hop.

Per quei pochi che non sanno di cosa stiamo parlando e non sanno dove mettere le mani raccomandiamo solo di munirsi di cuffie, alzare il volume ed indossare baggy pants al resto ci pensiamo noi;

Stiamo per iniziare un viaggio che oltre alla musica si lega ad arte e moda, lo street style per intenderci.

Questo è l’hip hop, questi siamo, noi buon viaggio.
 

Grand Master Flash – The Message (1982)

 

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Nel Bronx, in quegli anni, Dj Kool Herc ed un manipolo di amanti del Funk, danno vita ai primi Block Party. Chiudendo strade tra due blocchi di case, con i loro giradischi suonano i breaks dei loro dischi a ripetizione. Nasce l’Hip Hop e con esso la sua connotazione prettamente festaiola. Ci pensa Grand Master Flash, un dj del suddetto manipolo, a capire il potenziale comunicativo di questo nuovo genere. “Vetri rotti dovunque e gente che piscia per le scale”, li nel ghetto è come una jungla, l’Hip Hop da qui in poi diventa messaggio.

 

Afrika Bambaataa  – Planet Rock (1982)

 

[youtube width=”575″ height=”420″]http://www.youtube.com/watch?v=9lDCYjb8RHk[/youtube]

Di quel magnifico manipolo fa parte anche Afrika Bambaataa. Ex membro di una gang del Bronx, decide di lasciar perdere le lotte tra bande e la violenza della strada e di convogliare le energie in questa cultura che diventa sempre più grande. Fonda la Zulu Nation, organizzazione positiva per la diffusione del vero messaggio dell’Hip Hop, basandosi sui principi del “Peace, Unity, Love and Having Fun”. “Planet Rock” è un esempio di ciò che verrà, campiona i Kraftwerk ma diventerà ispirazione per il G-Funk e per tutti coloro che useranno suoni elettronici nelle produzioni a venire.

 

Run DMC – Sucker Mcs (1983)

 

[youtube width=”575″ height=”420″]http://www.youtube.com/watch?v=iOKMWSR2Aio&ob=av2e[/youtube]

 

Una delle prerogative della strada è quella del “dissing” (la battaglia verbale) e dell’autocelebrazione. Questo trio del Queens, con rime aggressive e suoni scarni della drum machine, si impone sulla scena newyorkese con il loro primo omonimo album. Si fanno notare dal marchio Adidas, di cui diventano testimonials, lasciando intravedere il potenziale commerciale legato all’Hip Hop.

 

Boogie Down Productions – South Bronx (1986)

 

[youtube width=”575″ height=”420″]http://www.youtube.com/watch?v=iepqptjVwD4[/youtube]

 

Le strade ed i sobborghi di New York rimangono il palcoscenico prediletto dello sviluppo di questo genere che sta cominciando ad affacciarsi alle classifiche ed al grande pubblico. I beats continuano ad essere crudi, le liriche sono viste come provocazioni che non possono passare inosservate. Un homeless, Krs One, ed il suo assistente sociale, Dj Scott La Rock si conoscono, in un centro di accoglienza e danno vita ai BDP. “Criminal Minded” il loro primo album è un manifesto inneggiante al luogo che ha dato i natali a questo movimento, il Bronx. Quelli del Queensbridge, non ci stanno, scatenando una faida inutile. A farne le spese, sotto I colpi delle loro armi da fuoco sarà Scott La Rock.

 

Public Enemy – Rebel without a pause (1987)

 

 [youtube width=”575″ height=”420″]http://www.youtube.com/watch?v=yaQ3qDJ-aFA[/youtube]

Probabilmente la band più importante della storia del Rap, o della CNN del ghetto, come Chuck D, il loro leader l’ha definito. Prodotti da quel genio di Rick Rubin, supportati musicalmente da un team esplosivo, I Public Enemy fanno della consapevolezza sociale e politica la loro arma principale al grido di“ Too black, Too strong”. Essere neri doveva essere un motivo d’orgoglio ed una ragione di rivalsa, perciò ribellarsi senza pausa!

 

N.W.A. – Straight outta Compton (1989)

 

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L’Hip Hop ormai è un fenomeno nazionale e mondiale. Dalla costa opposta, dal ghetto di Compton, Los Angeles, arrivano gli NWA (Niggaz With Attitude). Raccontano la loro vita, fatta di pistole e spaccio dove la gang rivale e la polizia sono il nemico principale, diventando la Colonna Sonora dei scontri del ghetto di South Central  di qualche anno dopo.

Censurati e criticati, saranno i pionieri del tanto vituperato Gangsta Rap.

 

A Tribe Called Quest – Check the rhyme (1991)

 

[youtube width=”575″ height=”420″]http://www.youtube.com/watch?v=lRrM6tfOHds[/youtube]

Atmosfere soffuse e beats rilassati, campioni jazz e medaglioni della pace, in contrapposizione a cio che era stato ascoltato (e visto)finora, era ciò che caratterizzava gli ATCQ. Autori di numerosi classici, restano uno dei gruppi all’avanguardia nel panorama Hip Hop, sia per la loro innovazione musicale che per la loro freschezza di idee. “Check the rhyme” è un esempio superlativo.

 

The Notorious B.I.G. – Juicy (1994)

 

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Quando il ghetto diventa poesia, quando puoi togliere un rapper dalla strada ma non puoi togliere mai la strada ad un rapper, quando il rapper più potente della storia scrive il suo manifesto di rivalsa sociale. “Birthdays were the worst days, now we sip champagne when we are thirsty” è “Juicy”, dal ghetto alla Gloria.

Biggie Smalls rimane vittima della faida tra East e West Coast che negli anni ’90 colpisce diversi rapper. La strada rimane anche quello.

 

Nas – N.Y. State of mind (1994)

 

[youtube width=”575″ height=”420″]http://www.youtube.com/watch?v=UKjj4hk0pV4[/youtube]

Cosa succede quando il più grande dj-produttore della storia dell’Hip Hop incontra uno dei migliori rapper in circolazione? Facile, un classico. Esattamente come “NY State of mind”, classico già dal titolo. All’epoca Dj Premier era già il produttore più rispettato nell’ambiente e non solo (ha prodotto dai rappers più underground fino a Christina Aguilera e Janet Jackson) quando produce uno dei rappers più promettenti che ci sono in giro. La veemenza e l’aggressività adolescenziale fanno il resto. Se siete a New York e nelle cuffie avete questo pezzo, tutto avrà un senso.

 

Mobb Deep – Shook Ones (1995)

 

[youtube width=”575″ height=”420″]http://www.youtube.com/watch?v=79jGN-ZGdbw[/youtube]

Il periodo compreso tra il 1994 ed il 1995 è considerato tra gli amanti dell’Hip Hop, la Golden Age. Quasi tutto ciò che è uscito a cavallo di questi anni è ancora oggi suonato ed apprezzato, con nostalgia, purtroppo. Sicuramente l’inno della strada di quell’anno è definitivamente questo pezzo. Ancora Queensbridge, ancora età quasi dell’adolescenza, ancora liriche al vetriolo e stile a valanga, l’argomento è puro controllo territoriale per quelli che “they come around, but they never come close to!”

Da questo punto in poi, l’Hip Hop non ha mai più raggiunto un fervore di questo tipo, il 1995 è stato l’apice, ed in un certo senso l’inizio della decadenza. Ma quei vinili continuano ancora oggi a girare.

Direi che non serve aggiungere altro se non i vostri commenti, alla prossima.

Antonella La Porta

scritto da

Questo è il suo articolo n°28

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