Opiemme, un viaggio di pittura e poesia | Rieti
L’artista torinese , di cui avevate già avuto modo di leggere su ziguline, ha iniziato un tour artistico-poetico che lo porterà in giro per l’Italia. Da Torino a Pizzo Calabro, visitando amici e partecipando a manifestazioni artistiche, “Un viaggio di pittura e poesia” ci inonderà con i suoi fiumi di parole. ziguline sarà il suo diario di viaggio attraverso la voce di Claudia Losini che lo seguirà e ci racconterà il suo errare.
Terza tappa del Giro D’Italia in Poesia insieme a Opiemme. Oggi siamo a Rieti, grazie all’invito di 3)5 Arte Contemporanea di Marco Scopigni, in collaborazione con il Comune di Terni e con la supervisione di Arianna Grillo.
Il lavoro qui, ci dice Opiemme, è stato un intervento legato alle esigenze della comunità in questo particolare momento. Si va oltre quindi il semplice “riportare una poesia su un muro”, ma c’è stato un ragionamento, una scelta, un percorso fatto insieme ai collaboratori e al Comune.
Il primo è un gabbiano, nel quartiere Villa Reatina, il simbolo della libertà ad ali spiegate. Il simbolo, spesso, di persone che li lasciano. “Il sole la tua luce, il mare il tuo pensiero, il vento le tue carezze” sono la dedica lasciata dalla figlia Giorgia al parrucchiere del quartiere Antonio Salustri. Un gabbiano che ammira l’infinito da una roccia scura sul mare, dettaglio questo che ricorderà a tutti l’amore di Antonio per il mare di Pantelleria.
Gabbiano, una creatura di Dio. Quanti sanno che San Francesco finì di comporre il suo Cantico delle creature proprio nei pressi di Rieti, dove oggi sorge il Santuario di San Fabiano, detto della Foresta? Il nostro viaggiatore armato di poesie e pennello, recandosi in questo luogo adocchia un muro nel parcheggio accanto al santuario. Un vecchio muro, pieno di muschi, dove lo spazio per dipingere è poco. Dove meglio risalta il candore di una scritta come “Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle…”. A volte non è necessario essere credenti, per venire pervasi da un sentimento di immenso. Basta un luogo.
Nel suo racconto di viaggio e persone, Opiemme ha trovato a Rieti un quartiere gentilissimo, dove il calzolaio Maurizio, detto Cameron, ha organizzato una cena di accoglienza con tutto il quartiere, per ringraziare un murales che ricorderà un amico. Dove Donato il tipografo ha aperto il negozio di domenica sera per aiutare il lavoro di un perfetto sconosciuto e Carmine, zio di uno degli organizzatori di Mura Mura Fest (Pizzo Calabro), ha portato tramezzini e birra al santuario per allietare il tempo.
E il gatto che vive intorno al Santuario di San Fabiano che ha seguito sempre Opiemme ed è stato battezzato Francesco.
Cosa ci vede la gente nel murales di 40 metri dedicato a San Francesco?
Un sole, energia, una preghiera che s’incarna in lettere, un fiume di parole, un cuore. Come ben detto prima, ognuno vede ciò in cui crede. E tutti, ovviamente, in qualcosa crediamo.
Arrivederci a Pizzo Calabro e subito dopo l’Ariano Folkfestival!
Foto di Alessandro Orlandi
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