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Out of Money | Claudia e la dipendenza dai junk drinks

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Ve la ricordate l’avventura cominciata qualche giorno fa da Claudia e Stefano (Out of Money | Come sopravvivere a una settimana senza soldi)? Bene, raccogliamo i primi frutti delle loro giornate senza soldi. Qui sotto trovate la storia di Claudia Losini.

L'abbonamento

Prima di raccontarvi di questa mirabolante avventura, c’è una premessa da fare. Sì, una è quella che effettivamente io e Stefano non siamo mentalmente stabili per accettare (con entusiasmo!) di vivere una settimana senza euro, ma l’altra, la fondamentale è che se l’ho fatto è solo perché ingenuamente credo di star già vivendo al limite della soglia di povertà: sono una commessa part-time che deve pagarsi un affitto ogni mese, ho amici che sono nella mia stessa barca, siamo abituati a vivere nel risparmio. Ma forse non tanto da resistere con solo 10 euro di emergenza.

Frigorifero martedì

Inizio la settimana provando l’adolescenziale ebbrezza del passare dietro le persone per attraversare le porte della metro e andando a cena da un amico. Riesco in meno di due ore anche a vincere un abbonamento settimanale per recarmi a lavoro grazie a una scommessa che mi fa anche sentire la regina dei videogame. Penso che se è così facile mi andrà di lusso. Ma non prendo in considerazione i miei sadici amici e le loro favolose scommesse del tipo: tu sei a piedi e noi in bicicletta, facciamo che chi arriva ultimo paga da bere a tutti. Indovinate chi è arrivato ultimo?

Una Claudia analcolica

Se si mette a sfide, ho del tabacco da usare per corromperli tutti perché è la cosa più scroccata dalla compagnia. Peccato che, mentre bevono vodka lemon alla mia faccia, mi usurpino anche la riserva. Ho capito che dovrò usare la compassione, se voglio sopravvivere.

Mangiare le ultime gocciole mercoledì

I giorni successivi li passo in casa a svuotare le riserve in frigorifero, mangiando pasta, l’unica in abbondanza a casa mia, condita rigorosamente con sugo al pomodoro. Ho anche un sacco di carote che uso come snack, mentre intorno al terzo giorno inizio a provare crisi d’astinenza da Coca Cola, che era già finita il lunedì. Maledico la mia poca previdenza nel fare la spesa, mentre mi gusto il penultimo Estathè (l’altra mia fonte di dipendenza).

La cena del giovedì

Il giovedì un’amica che non vedo da tempo prova compassione (visto che funziona?) e mi offre addirittura una cena! Mentre un’altra provvede a farmi ubriacare sia il venerdì, che il sabato. È stata la salvatrice del weekend, e pensare che lei è una precaria, senza soldi ma generosa senza riserve. Nonostante ciò ho tentato di barattare con lei un pacchetto di fiammiferi (con la scusa del “sono vintage e sono molto belli”) con un drink e ho anche provato a ricattarla per avere una sigaretta di tabacco. È finita in una discussione sui risvolti dei miei ricatti fino all’ora di chiusura del locale, dividendoci 4 amari tutti messi nella lista dei debiti che dovrò ripagare.

Frigorifero il venerdì

Il venerdì sono anche riuscita a smezzare una pizza sempre con lei, offertaci dal mio ragazzo, che per tutta la settimana è stato a guardarmi e poi mosso a pietà (e la mia tattica si rivela azzeccatissima) la domenica mi fa una ricarica al cellulare, dopo 3 giorni di silenzio tecnologico.

Amari offerti

La mia ex coinquilina che lavora in un pub la domenica mi regala un hamburger, che mi godo come se fosse il primo della mia vita. Il problema è che al giro di boa del mercoledì inizio a provare un senso di vergogna e imbarazzo quando si tratta di scroccare, capisco che non sono nata per questo e che la mia volontà di non dipendere da alcuno mi porta a sentirmi uno straccio, soprattutto se contiamo che i miei cari amici (c’è da dirlo, uomini) si prodigano soltanto nel dirmi che non possono uscire perché non hanno soldi o nel darmi della borghese e dirmi che essendo l’unica che lavora dovrei essere io quella che offre a tutti e non il contrario. Devo addirittura zittirli portandoli a casa mia il sabato e offrir loro del vino e dei pop corn, perché mi rifiuto di limonarli entrambi in cambio di un bicchiere. E anche perché sono stufa di sentirli reiterare il fatto che dovrei usare i 10 euro di emergenza per abbeverarli.

Aperitivo del sabato

La sensazione strana è stata quella di sentirmi in dovere di giustificare le mie richieste, sottolineando ogni volta che avrei ripagato tutto, quando per me la cosa è da sé sottintesa: se ho bisogno di soldi poi te li ridarò. A quanto pare il messaggio è stato invece recepito con un: ti spillerò fino all’ultimo centesimo e poi fuggirò per il Messico con una Cadillac. Poi apriamo una parentesi: ma dove sta la cavalleria ragazzi miei? E mi rendo conto che da polla non mi sono mai posta problemi nello spendere e offrire molto più di quel che le mie tasche mi permettano.

H A M B U R G E R

Cosa ho capito in tutta la settimana? Che ho un problema di dipendenza dalle bibite gassate, che i miei amici pensano che nuoti nell’oro e che la solidarietà femminile alla fine è quella che paga di più. Ora però lasciatemi andare a spendere metà stipendio in pizza e Coca Cola.

Claudia Losini

scritto da

Questo è il suo articolo n°175

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