Padania Felix
All’epoca dei romani il territorio che si estendeva tra la città di Capua e le zone vesuviane, fino a toccare il nord col monte Marsico, veniva definito CAMPANIA FELIX. il fiume Volturno assicurava un raccolto ricco e quindi possibilità di vita prospera.
Questo accadeva diverso tempo fa. Col passare delle epoche l’Italia si è evoluta portandosi sulle spalle il peso di quello che era stato il suo grande patrimonio, il cuore fertile, dalle pulsazioni ormai sempre più lente.
Ad oggi, la Repubblica Italiana ha cambiato faccia: dalle poltrone governative si levano voci che inneggiano alla secessione, dita puntate sul nuovo angolo felice dal Paese: la val padana.
Il nome Padania, coniato in politica negli ultimi decenni, circoscrive la valle del Po, il grande fiume, che nasce dal Piemonte fino a bagnare Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. 27.636.855 persone vi risiedono producendo il 59,9 % del prodotto interno lordo.
Già nel 1823 Napoleone Bonaparte e Immanuel de Las Casas avevano inquadrato il prospero territorio padano, etichettandolo come una delle zone più fertili e ricche del paese. E avevano ragione. Economia, politica, situazione sociale, tutto sembra distaccare il meridione coi suoi nostalgici fasti dalla nuova isola verde. Ed è proprio il verde il colore dell’Italia che lavora, quella muscolosa, che trascina. Gli artisti di Largo Baracche raccontano il nuovo “paradiso” italiano con “Padania Felix”, l’iniziativa che dal 28 gennaio aprirà i battenti nell’ex rifugio antiaereo dei quartieri spagnoli. Diversi i talentuosi protetti di Largo Baracche che, lavorando col verde, rappresenteranno il passaggio così palese e stridente dalla storica Campania Felix ad una modernità tutta settentrionale.
Elio Varuna, Franco Lo Svizzero, Corrado Lamattina, Maria Giovanna Ambrosone, Arturo Ianniello, Alessandro Calizza, Elpidio Ziello, questi i creativi, tutti meridionali, che esprimeranno un parere personale sulla novella parte felice d’Italia.