Parabole fra i Sanpietrini ha chiuso col botto
Sì, lo so. Il festival è finito qualche settimana fa ma la sensazione che ho avuto in questi mesi di spettacoli al Forte Fanfulla è ancora viva. Il teatro non è morto, anzi, nonostante i vari tentativi di oltraggio alla cultura da parte delle industrie del gioco e del profitto ci sono fortunatamente molte persone che lottano per lasciarci vivere momenti di puro piacere e creatività. Proprio come il festival teatrale Parabole fra i Sanpietrini di cui noi siamo stati media partner in questa strepitosa seconda edizione che ha visto partecipare compagnie e attori provenienti da ogni parte del nostro belpaese, i quali hanno portato in scena storie fantastiche e dalle forti emozioni, proprio come la compagnia Vanaclub che ha chiuso il festival il 24 e il 25 maggio con lo spettacolo “GabbiaNo” ovvero “Dell’Amar per Noia” di Anton Cechov.
Lo spettacolo andato in scena al Forte Fanfulla rappresenta la prima tappa della tournee romana della compagnia a cui farà seguito il 15 e 16 giugno all’interno della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea “Argot Off” presso il Teatro Argot Studio. Segnatevi queste date sullo specchio dove vi schiacciate i brufoli e controllate l’andamento delle rughe ogni mattina. “GabbiaNo” ovvero “Dell’Amar per Noia” è il risultato di un dis-adattamento di Woody Neri, il quale ha recitato insieme a Massimo Boncompagni, Liliana Laera, Stefana Medri, Mimmo Padrone, Gioia Salvatori, Marta Pizzigallo e Loris Dogana, tutti molto bravi nell’interpretare i membri di una famiglia particolarmente chiassosa e curiosa, diciamo un po’ allargata con anche badante e figlia a carico.
La storia e i personaggi che la interpretano ruotano intorno ad una piscina gonfiabile, custode di memorie e segreti che non riescono a rimanere tali perché forte è il desiderio di evasione che ostacola il silenzio delle loro emozioni. Tutti i personaggi incarnano una storia e un’identità che si incastrano con quelle degli altri componenti, tutti in un modo o nell’altro sono chiamati a compiere il rito della vacanza di gruppo, quello stare insieme dettato dall’amore e anche dalla noia. E soprattutto dal tempo che divora la loro esistenza sospesa in una smania di protagonismo e di rivalsa nei confronti del prossimo.
Sono loro i protagonisti di questa storia che ha fatto ridere il pubblico ma anche commosso: una madre sfarzosa che si lega ad un giovane regista con la passione per i videogiochi, un giovane innamorato del teatro e di una donna che gioca a recitare, un uomo sulla sedia a rotelle annoiato ma amato dalla sua badante gelosa, la quale poco conosce l’amore che nutre sua figlia, una ragazza con il cuore complicato da frasi ad effetto, nei confronti del regista teatrale che però quasi le risulta indifferente come una lastra di vetro. Una in differenza che la spingerà a trovare rifugio da quella passione nell’affetto di un insegnate, flebile e consapevole della sua condizione di ripiego. E poi soprattutto lui, quel ragazzo che crede nel teatro e crede nell’amore, lo ardisce mentre il tempo gli ruba l’appetito e quella ragazza per cui nutre un amore così grande che la confessione del tradimento con il regista compagno di sua madre lo indurrà ad un gesto estremo.
Plateale. Questa è la parola giusta. Un colpo. Ne basta uno per mettere a tacere il dolore. Un finale da brivido. Un finale col botto.