Partire è umano, ritornare è diabolico | Matteo
Storie di migrazioni nell’era digitale, di Erasmus e cosmopoliti, traslocatori di professione e sognatori per necessità partiti per mete lontane e tornati alla base come in un videogioco che parte dall’ultimo livello e arriva alla partenza, che altro non è che un inizio più insolito degli altri. A casa hanno trovato ad aspettarli convivenze anacronistiche con genitori che ti chiamano alle undici per sapere dove sei, amici lontani o partiti, luoghi di sempre che di sempre non sono più, vite e lavori dei sogni da ricreare da zero, vecchie abitudini da sistemare nel vecchio armadio a due ante, allucinazioni lucide delle esperienze trascorse. Ma anche passione, ostinazione e un po’ di saggezza comprata con i souvenir in aeroporto prima di ripartire. Dal mondo all’Italia, dalla grande città al piccolo paese, dal fuori al dentro, le facce e le voci di chi fa il percorso inverso e sfugge ai racconti dei media. Emigranti di ritorno. R-emigranti.
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Quello che leggete in queste interviste sono solo i distillati di storie che non possono essere strizzate in una manciata di domande. Ma vi svelo un segreto. Gli emigranti di ritorno costellano le strade in cui camminate, i bar che frequentate, gli aerei su cui viaggiate. Hanno tanto da dire ma spesso hanno troppa fretta per fermarsi a farlo. Preparano con cura e attenzione la loro prossima improvvisazione: l’esercizio di stile richiede molta disinvoltura, altrimenti riesce male.
Le parole chiave di questa storia sono: Stoccolma, no, sfida. Per inaugurare la stagione autunno-inverno 2013/14 parliamo di Matteo e di un tale signor Vrients che ha dato nome al suo progetto: uno store d’abbigliamento a Civitanova Marche nonché realtà online di successo per brand emergenti. Per fronteggiare luci ed ombre del sistema moda bisogna tenere piedi per terra, testa per aria ed avere una grande squadra. E a quanto pare lui parte già molto bene.
Chi sei, cosa fai e come mai sei finito in questa rubrica?
Sono Matteo Pagliarulo e ho fondato lo shop Vrients.com. Gestisco la mia attività come meglio posso, faccio molta ricerca e spendo molto più tempo di quello che sembra davanti al computer! Sono finito in questa rubrica perchè anch’io come molti altri ho deciso di tornare nel bel paese dopo una breve esperienza all’estero.
Domanda secca, com’è vivere in Svezia?
Semplice, fin troppo. Inizialmente ti entusiasma l’idea di vivere in un paese totalmente differente dall’Italia: modo di fare, etica e soprattutto, cosa che mi ha colpito più di tutte, la fiducia che le persone hanno fra di loro. Proprio per questo motivo posso dirti che viverci è semplice, quella città ti trasforma, ma allo stesso tempo appiattisce la tua vita e la rende prevedibile. Forse è proprio per questo che alla fine me ne sono andato.
Stoccolma- Milano- Civitanova. Un’abitudine (o un vizio) che ti sei portato dietro di queste tre città?
Stoccolma: guardare i film in lingua originale.
Milano: ordinare pizza a domicilio quando non ho voglia di cucinare.
Civitanova: andare a letto tardi (strano ma vero!)
Com’è nata l’avventura Vrients?
Nasce dalla parola NO. Quello che ci sentiamo dire in continuazione sul posto di lavoro, quello dei colloqui andati male, e soprattutto il NO del “sei troppo giovane, hai poca esperienza”. Grazie ad una serie di “fortunati” eventi e situazioni che si incastravano perfettamente fra di loro sono riuscito a dare inizio a questo progetto, grazie soprattutto all’aiuto assiduo dei miei collaboratori che lavorano con me fianco a fianco.
Perché hai scelto questo nome? Ha un significato particolare?
Cos’è la moda se non uno dei più grandi paradossi e controsensi ad oggi conosciuti? Il nome Vrients (non nascondo un pò provocatorio) nasce proprio da questo principio. Bello da vedere ma “quasi impronunciabile” (per non dire orribile dal punto di vista italiano). Inoltre Vrients è il cognome di un signore belga che ha dedicato la sua vita al collezionismo e la realizzazione di mappe geografiche. Vrients è un signore che traccia un percorso, un sentiero in continuo mutamento, la ricerca, la scoperta.
Ci sveli qualche verità nascosta della grande macchina della moda?
E’ tutto pilotato, il denaro muove anche la più solida delle anime, ma esiste un piccolo gruppo di persone che fanno questo lavoro ancora per passione. Se non fossi un sognatore ti direi che non avranno lunga vita, ma confido molto in noi e sono sicuro che riusciremo a tirar fuori il meglio per il nostro futuro. Altra grande verità: mai fidarsi delle grandi testate giornalistiche, anche loro hanno un prezzo.
Com’è gestire un negozio che propone nuovi nomi e tendenze in una piccola città?
In un certo senso anche facile e sicuramente stimolante. Civitanova è ricca di “addetti ai lavori” in quanto la maggior parte delle produzioni calzaturiere delle grandi maison viene fatta dalle nostre parti. Siamo molto informati sotto questo punto di vista.
La sfida più grande (personale e/o professionale) che hai superato e quella che vorresti superare?
Ogni giorno è una nuova sfida, sembrerà banale o stupido ma è proprio così. Tutti i giorni imparo qualcosa, e tutti i giorni supero nuovi ostacoli che puntualmente si presentano non appena credo che “il peggio è passato”, ma forse è proprio questo il senso di tutto questo. In fondo non avrei mai lasciato il mio lavoro fisso se non fossi alla ricerca di “stimoli continui”.
Hai una storia da emigrante atipico da raccontarci?
Scrivi all’indirizzo mail:
redazione@ziguline.com
e ricorda di non allegare il CV.